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La maestra trova in classe una busta con 7.000 euro: dopo un anno la regala alla scuola

L’insegnante ha trovato nell’aula di informatica un tesoretto anonimo di 7.000 euro. Subito ha consegnato il denaro alla polizia e sono partite le indagini, che però non hanno portato a nessun legittimo proprietario. Dopo un anno, la busta mai reclamata è stata consegnata all’insegnante che ha deciso di donarla al suo istituto.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una busta con dentro un mazzetto di banconote da 50. Sulla busta la cifra 7.000 scritta a mano. Hanno trovato i soldi per caso, nell'aula di informatica della scuola primaria Madonna dei Braccini di Pontedera. "Maestra, c'è una busta con tanti soldi" hanno confessato alcuni alunni. La maestra è andata a vedere. Tutto questo nel maggio del 2019 e da allora nessuno si è fatto vivo per recuperare il denaro. L'insegnante ha chiesto alla direzione e ai colleghi: nessuno ne sapeva niente, così è andata dai carabinieri a consegnare quanto ritrovato. Gli agenti hanno provato a indagare cominciando dal nome stampato in un angolo della busta che riportava a uno studio odontoiatrico: niente da fare. Anche lì, nessuno sapeva niente. Poi sono state sentite le persone che avevano accesso all'aula di informatica di quella scuola, ma niente. "Nessuno in un anno e mezzo ha rivendicato la proprietà di quei soldi – prosegue Puccinelli, il vicesindaco – la cosa fa pensare a un pagamento in nero, ma prove non ce ne sono. Anche i più distratti si accorgerebbero di aver perso una busta zeppa di contanti".

In quei giorni c'erano state diverse iniziative culturali con famiglie e pubblico. L'aula non era chiusa a chiave. Tutti speravano che qualcuno reclamasse il tesoretto e invece silenzio assoluto. Allora la busta è rimasta parcheggiata un anno e più nella cassaforte del Comune di Pontedera, come previsto dalla legge. Adesso è stata consegnata alla maestra, che ne è diventata legittima proprietaria. Lei, però, ha deciso di donare quei soldi al suo istituto. "Non sono mai stati miei – ha dichiarato l'insegnante che li ha trovati – e li ho dati alla nostra scuola. Ne ho parlato con i colleghi e con la direzione, potrebbero servire per cablare l'istituto o per migliorare altri servizi". Ha dichiarato di non aver mai pensato di tenerli per sè: "Non so da dove vengono – spiega – ma spero che almeno la destinazione sia il bene collettivo".

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