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Covid 19

La foto simbolo della seconda ondata: infermieri e medici stremati fuori dall’ospedale

Tre operatori sanitari del 118 sono stati fotografati furi dall’ospedale di Cagliari “stremati, bardati con tute protettive, costretti a code estenuanti (in alcuni casi anche di 12 ore) in attesa che i pazienti dentro le ambulanze possano accedere ai Pronto Soccorso dell’isola”. La foto è stata diffusa dalla Società italiana Sistema 118.
A cura di Davide Falcioni
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Una foto iconica diffusa sui social network dalla Società italiana Sistema 118 racconta più di molte parole le condizioni di stress di migliaia di operatori sanitari impegnati in tutta Italia nella lotta alla seconda ondata di coronavirus: è stata scattata a Cagliari e immortala medici e infermieri del 118  "stremati, bardati con tute protettive, costretti a code estenuanti davanti agli ospedali (in alcuni casi anche di 12 ore) in attesa che i pazienti dentro le ambulanze possano accedere ai Pronto Soccorso dell'isola". C'è chi, commentando l'immagine, sostiene che occorrerebbero remunerazioni maggiori per gli operatori e chi evidenzia anche che c'è anche chi fa questo come volontario per il semplice desiderio di aiutare gli altri.

Bologna, la foto dell'infermiere alle prese con la seconda ondata

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La foto si aggiunge a quella simbolica scattata nei giorni scorsi a un infermiere nella corsia del reparto di Malattie Infettive dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna e postata su Facebook da Antonio Gramegna, coordinatore infermieristico proprio di quel reparto. "Lui è un infermiere che come me si è ammalato di Covid a marzo mentre ci prendevamo cura di molti pazienti che arrivavano in reparto e non respiravano; guariti, siamo ritornati in corsia a curare persone senza risparmiarci". Inizia così il racconto di Gramegna a corredo dello scatto che – ci si augura –  sia in grado di smuovere le coscienze. "Lui è l’immagine di tanti infermieri – continua il post – che stanno rivivendo lo stesso film di marzo. Io lo osservo e mi rendo conto, in questo suo atteggiamento raccolto prima di entrare in camera, quanta preoccupazione c’è". Infine un accorato appello: "A voi tutti chiedo con forza di non chiamarci eroi ma di adottare comportamenti che prevengano i contagi. Questo è l'unico modo possibile che avete per esprimere la vostra riconoscenza all’impegno e alla dedizione che ogni giorno mettiamo".

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