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L’Esercito dice no ai tatuaggi “osceni e razzisti” sul corpo dei militari

Vietati i tatuaggi nelle parti scoperte dalla divisa, né in quelle coperte se con contenuti osceni, discriminatori o razzisti. Stop anche ai piercing, la direttiva vuole “prevenire e contenere situazioni che incidono sul decoro dell’uniforme”.
A cura di Susanna Picone
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Vietati i tatuaggi nelle parti scoperte dalla divisa, né in quelle coperte se con contenuti osceni, discriminatori o razzisti. Stop anche ai piercing, la direttiva vuole “prevenire e contenere situazioni che incidono sul decoro dell’uniforme”.

C’è una direttiva dello scorso luglio ancora non diramata, secondo quanto ha precisato lo Stato maggiore, che prevede il divieto categorico per determinati tatuaggi e piercing sul corpo dei militari, uomini e donne. Nello specifico la direttiva dirà basta, dal momento della sua entrata in vigore, ai tatuaggi sulle parti del corpo visibili con le uniformi estive e basta, in qualsiasi parte del corpo, a tutti quei tatuaggi con contenuti osceni, riferimenti sessuali, razzisti, discriminatori o che possono portare discredito alle istituzioni della Repubblica italiana e alle forze armate. Stop, inoltre, a qualsiasi tipo di piercing e in qualsiasi parte del corpo. La regolamentazione sarebbe necessaria per “prevenire e contenere situazioni che possano incidere sul decoro dell’uniforme e sull’immagine dell’esercito”. Inoltre, dato che i militari si trovato sempre più spesso ad agire in luoghi diversi dall’Italia, l’eventuale presenza di determinati tatuaggi potrebbe far nascere un senso di diffidenza e discredito da parte di appartenenti ad altri Paesi che per diverse motivazioni (religiosi o culturali per esempio) disapprovano la pratica del tatuaggio.

Chi ha tatuaggi in sede di selezione potrà essere escluso dal concorso – La bozza della direttiva stabilisce dunque come ci si comporterà di fronte ai corpi tatuati dei militari: quelli già arruolati non saranno esclusi ma dovranno denunciare i disegni presenti sui loro corpi per poi sottostare a una verifica sulla loro conformità. In futuro, poi, non potranno farsi applicare nuovi tatuaggi non consentiti da quanto disposto, pena severi provvedimenti disciplinari. Nel caso in cui la violazione sia considerata grave il militare rischierà una sanzione disciplinare di stato. Sarà l’ufficiale medico ad avere il compito di verificare la veridicità delle dichiarazioni dei militari nelle parti nascoste del suo corpo. In sede di selezione, inoltre, la presenza di tatuaggi può comportare “un giudizio di esclusione dal concorso”. Infine, non verrà sollecitata al militare la rimozione del tatuaggio perché c’è la consapevolezza dell’invasività dei trattamenti necessari e dei possibili esiti degli stessi.

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