L’amica ai funerali di Chiara: “So che mi hai fatto scudo col corpo, sono viva grazie a te”

Oltre mille persone, ieri, a Chioggia, in provincia di Venezia hanno partecipato ai funerali di Chiara Pavanello, la 14enne scomparsa nel tragico incidente di sabato sera, a Brondolo. Molto toccante la testimonianza dell’amica che era con lei sulla bicicletta elettrica travolta dall’auto di un ventenne: “Io non ricordo cos’è accaduto, ma so che mi hai fatto scudo con il tuo corpo. Forse mi ha protetto il braccialetto portafortuna che tu e la tua famiglia mi avevate regalato”. Come scrive Il Gazzettino, la cerimonia funebre si è tenuta alle 15 con l’arrivo, nella chiesa di Borgo San Giovanni, della bara bianca di Chiara. Ad attenderla tantissimi ragazzi, molti adulti, insegnanti, genitori e fratelli di quegli stessi ragazzi, e quattro religiosi: il vescovo, monsignor Adriano Tessarollo, che ha presieduto il rito funebre, il parroco, don Alberto Alfiero, e gli ex parroci del Borgo, don Angelo e don Mario. Non c’era, però, la mamma di Chiara, Mariagrazia, che non ha avuto la forza di partecipare.
Il vescovo ha ricordato di aver cresimato Chiara, in quello stesso luogo, il 25 novembre di due anni fa, ha sottolineato la solidarietà che tanta partecipazione dimostrava nei confronti della famiglia, ma ha anche richiamato gli adolescenti al senso della vita. “La vostra età – ha detto – è quella della curiosità, dell’esplorazione, dell’insofferenza. Ma la vita è fragile e va protetta, Genitori e istituzioni devono fare tutto il possibile per salvaguardare la vostra vita, ma voi dovete essere collaborativi”. Le parole del vescovo, alla fine della celebrazione, sono state seguite da quelle delle amiche di Chiara. "Sarai sempre nel mio cuore – ha detto una di loro – ricorderò sempre il tuo sorriso, la tua capacità di incoraggiarmi, quando ne avevo bisogno, e quando eri tu a chiedermi conforto. Le litigate passeggere che ci rendevano ogni volta più amiche di prima. Sei la parte migliore di me. Ti amo. Questo non è un addio, ma un arrivederci”.
Secondo le ricostruzioni, Chiara e la sua amica erano sulle loro bici senza luci o fanali, quando già era calato la notte. In merito a questo aspetto, i ragazzi che hanno preso parte alle esequie si dividono: “Siamo della stessa scuola di Chiara–dice un ragazzo di una coppia che assiste al funerale – non la stessa classe. Ma la conoscevamo. Colpe? No, non credo che ci siano. Certo avrebbe dovuto usare le luci, ma non lo fa quasi nessuno. Io sì, le accendo sempre”. Un altro evidenzia come “non è vero” che chi non le usa venga considerato “sfigato”: “Ognuno si comporta come crede, a suo rischio”, dice.