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Conflitto Israelo-Palestinese

Italiani lasciano Gaza, Giuditta Brattini: “Qui genocidio, si stanno violando diritti fondamentali”

Le prime parole della cooperante Giuditta Brattini dall’ospedale Umberto I al Cario: “Ho il dovere di raccontare quello che ho visto; a Gaza si stanno violando i diritti fondamentali”
A cura di Elia Cavarzan
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Giuditta Brattini, la cooperante di Gazzella Onlus bloccata a Gaza da settimane, rintrerà oggi stesso in Italia: "Ora sono all'ospedale Umberto I al Cairo, dove sono stata portata ieri dal Console italiano che ci ha ricevutoi al border di Rafah", racconta a Fanpage.it al telefono. "Ho bisogno di sedimentare quello che ho visto e di raccontarlo; noi che siamo usciti dalla striscia di Gaza dobbiamo raccontare quello che abbiamo visto: un genocidio, si stanno violando i diritti fondamentali".

Sono queste le prime parole di Giuditta Brattini che finalmente, oggi, potrà riabbracciare i propri cari. Racconta a Fanpage.it, le settimane che ha trascorso nella striscia dopo gli attacchi del 7 ottobre scorso. "Diciamo che, come sistemazione, anche noi eravamo senza servizi igienici e dormivamo all'aperto, ovviamente queste condizioni non sono paragonabili a quelle dei palestinesi, però ecco, abbiamo provato sulla nostra pelle cosa significa essere evacuati dalla propria casa e girare con lo zaino in spalla con dentro le poche cose che ti servono perché il resto te lo sei lasciato dietro".

Un racconto accorato, stanco, stremato, rubato tra una visita di controllo e l'altra presso l'ospedale italiano Umberto I al Cairo. Pronta per dirigersi in aereoporto e tornare in Italia. "Abbiamo fatto un paio di giorni a Gaza City, poi a Khan Yunis ed infine a Rafah, sempre in una struttura logistica dell'Unrwa", racconta Giuditta Brattini.

"Immagina due milioni di persone di cui un milione sfollato che deve abbandonare la propria casa. Queste persone ammassate in luoghi di riparo che non hanno niente, cioè un basket food giornaliero dell'Unrwa per famiglia. Va detto, questa non è una responsabilità dell'Unrwa che anzi sta facendo il possibile, ma un basket food dell'Onu non è altro che un panino e una scatoletta di carne al giorno, per famiglia".

Giuditta Brattini ci lascia con questa dichiarazione prima di riagganciare: "Quando si è nella striscia di Gaza non si ha il tempo di metabolizzare. Adesso ho bisogno di mettere in ordine tutto e raccontare, noi che siamo usciti abbiamo il dovere di farlo, di dire quello che abbiamo visto e quello che pensiamo: Io credo si stia consumando un genocidio e che si stia violando i diritti fondamentali"

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