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“Io, ragazza disabile, vi spiego perché questo mondo non è fatto per noi”: la lettera di Anna

Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di una nostra lettrice che commenta la storia dell’influencer disabile che ha denunciato di essere stata discriminata a Gardaland: “Nella nostra società a volte manca la gentilezza, la voglia di aiutare e venire incontro a coloro che semplicemente hanno bisogno di una mano”.
A cura di Redazione
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Qualche giorno fa Nina Rima, una influencer di 22 anni alla quale è stata amputata una gamba dopo un incidente stradale, ha denunciato che Gardaland le avrebbe negato la possibilità di ottenere il cosiddetto pass "saltafila" perché "non abbastanza disabile".

Su Instagram, raccontando la disavventura, la giovane ha anche detto di non essersi mai sentita così rifiutata e non capita. Una nostra lettrice, dopo aver letto quanto denunciato dalla giovane influencer, ha voluto raccontare a Fanpage.it anche la sua storia: "Il problema che ha avuto quella ragazza nel parco divertimenti è il problema che ogni disabile affronta tutti i giorni per qualsiasi atto di vita", ci scrive. "Da quando sono diventata disabile – si legge nella sua lettera – mi dico che questo non è un mondo fatto per noi".

Mi chiamo Anna (nome di fantasia) e sono una ragazza disabile. Nello specifico sono parzialmente cieca, per una rara malattia genetica che 5 anni fa si è presentata dal nulla e ha sconvolto la mia vita.

Vi leggo giornalmente e vi scrivo in merito alla vicenda della influencer considerata poco invalida dall’ufficio disabili di Gardaland. Il problema che ha avuto quella ragazza nel parco divertimenti è il problema che ogni disabile affronta tutti i giorni per qualsiasi atto di vita.

Io non ho una storia nello specifico da raccontare, la mia vuole essere solo una richiesta di riflessione da fare su quelle difficoltà che i disabili affrontano giornalmente, basti pensare a tutte le barriere architettoniche e sensoriali che ne mettono a dura prova l’autonomia e sicurezza.

Penso alla mia città dove i semafori acustici sono 1 su 100 e gli strattoni che ricevo per strada nonostante l’utilizzo del bastone (che dovrebbe segnalare la presenza di una difficoltà). Penso a quando mi reco all’ufficio postale, quando sul tabellone viene fuori il numero ma non ho abbastanza “occhio” per leggerlo, perché acusticamente non è segnalato (e se non si accorgono di me salto il turno) … stessa cosa vale per i mezzi pubblici… potrei scrivere per ore le difficoltà che affrontiamo.

Nella nostra società a volte manca la gentilezza, la voglia di aiutare e venire incontro a coloro che semplicemente hanno bisogno di una mano. Scarseggiano le attrezzature e gli adeguamenti per rendere gli spazi accessibili a tutti.

Da quando sono diventata disabile mi dico che questo non è un mondo fatto per noi. Per quanto mi possa sentire fortunata ad aver avuto la possibilità di vivere 27 anni di vita sfruttando a pieno tutti i miei sensi il futuro mi fa paura, mi fa paura l’indifferenza, mi fa paura il fatto che spesso non avere una disabilità abbastanza evidente ti fa essere automaticamente invisibile o messo in dubbio, a volte anche sminuito.

La ragazza aveva una gamba troppo poco amputata per saltare la fila, io spesso vengo additata perché troppo autonoma per essere parzialmente cieca.

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