Incinta a 10 anni dopo uno stupro, i medici negano l’aborto perché sono obiettori

A una bambina di 10 anni, rimasta incinta dopo essere stata violentata dal patrigno è stato negato l'aborto. E' accaduto ad Asuncion, in Paraguay: i medici hanno sembrato non curarsi minimamente dei rischi per la vita della bambina, che fisicamente non è ancora matura per sopportare una gravidanza.
La bimba si era presentata in ospedale una ventina di giorni fa insieme alla madre, lamentando fortissimi dolori allo stomaco. I dottori hanno effettuato tutti gli esami necessari scoprendo che la piccola era incinta da 21 settimane e che la responsabilità era del patrigno, che evidentemente aveva abusato di lei. La madre ha chiesto che la bimba venisse fatta abortire, ma i medici – obiettori di coscienza – si sono rifiutati di dare seguito alle preghiere della donna.
Il risultato è che la bimba rischia la vita: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, gravidanze in donne non pienamente sviluppate possono risultare letali. Il rischio che la bambina perda la vita dunque è assolutamente concreto. Sarà una battaglia legale nelle prossime settimane a determinare se i medici dovranno obbligatoriamente interrompere la gravidanza.