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Inchino della Madonna, Priore carmelitani: “Diavolo nei mafiosi ma anche nei giornalisti”

Il priore in una nota specifica che non vi è stato alcun inchino della madonna al boss palermitano durante la processione, ma una semplice sosta come molte altre fatte durante il percorso.
A cura di Antonio Palma
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“Siamo certi che il diavolo si annida dentro i mafiosi, ma è altrettanto vero che fa anche breccia dentro alcuni giornalisti disposti a fare scoop a qualsiasi costo”. Sono le parole del priore dei carmelitani Pietro Leta riferendosi all’articolo di Repubblica corredato di video in cui si parlava di un inchino della Madonna davanti al negozio di pompe funebri di Alessandro D'Ambrogio boss palermitano di Porta Nuova. Il priore sottolinea che con la statua della Madonna “non è stato operato alcun genere di'inchino o altri gesti o segni similari” spiegando che “la sosta davanti dell'Agenzia del boss in questione, sebbene ad alcuni metri e per i minuti strettamente necessari, è stata dovuta solamente e precisamente su richiesta formale di una coppia di genitori che ha presentato il proprio bambino da issare al viso della Madonna”. Il priore infatti precisa che durante la processione “sono state fatte almeno una quarantina di fermate della statua e quindi di tutto il corteo, sia per il pericolo di cavi elettrici stesi tra alcuni edifici, sia per la fatica dei portatori del fercolo, sia per dare la possibilità di issare alcuni neonati sulla statua della Madonna, come pure per permettere ad alcune famiglie di dare dai balconi la loro offerta”.

Arcidiocesi: “La mafia è una realtà antievangelica”

La precisazione del priore arriva insieme a quella dell’Arcidiocesi di Palermo che ribadisce che non c’è stato alcun inchino della statua verso il boss. “Non sembrerebbe che vi sia stato alcun inchino, così come riportato da organi di stampa. Il simulacro della Madonna non si è inchinato, non è stato girato verso l'esercizio commerciale. Vi è stata solo una fermata per la richiesta di avvicinare un bambino al simulacro” scrive l’arcidiocesi nella nota, sottolineando però che la mafia non ha nulla a che fare con la chiesa. “La notizia del quotidiano sul presunto inchino del simulacro della Madonna del Carmelo davanti ad un esercizio commerciale di un mafioso induce a riaffermare con forza che la mafia è una realtà profondamente antievangelica, anche se talvolta mascherata di linguaggi e cerimonie a prima vista religiosi” si legge infatti nella nota dell’Arcidiocesi.

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