Impronte sulla porta di Garlasco, il consulente di Poggi: “Errore non considerare il vialetto scena del crimine”

Continua l'incidente probatorio sul delitto di Garlasco. In vista dell'udienza del 18 dicembre in cui i periti illustreranno davanti al giudice per le indagini preliminari i risultati ottenuti dai loro accertamenti, alcune conclusioni sono già emerse. L'ultima quella che ha attribuito le impronte trovate sulla parte esterna della porta d'ingresso ai carabinieri intervenuti sul posto nelle ore e nei giorni successivi l'omicidio di Chiara Poggi il 13 agosto del 2007. Mentre quelle trovate sulla porta interna, che collega il garage all'abitazione, sono di Marco Poggi, il fratello della vittima. Nessuna impronta quindi dell'attuale indagato Andrea Sempio. Hanno svelato qualcosa di nuovo questi accertamenti dattiloscopici? A Fanpage.it li ha commentati l'ex poliziotto Dario Redaelli, l'esperto di analisi della scena del crimine e consulente della famiglia Poggi.
Cosa è emerso dai risultati sulle impronte all'interno della villetta di Garlasco?
Sul sacchetto dei cereali, con i quali Chiara stava facendo colazione, e sul sacchetto della spazzatura sono emerse solo le impronte della vittima. Secondo il perito, di questi otto frammenti sei sono attribuibili. Di questi sei solo quattro sono stati associati: sono tutte impronte della vittima.
Sulla parte esterna della porta d'ingresso invece è stata trovata l'impronta del sottufficiale dei Carabinieri. Inoltre sono state trovate, nelle stesse posizioni già evidenziate in passato, le impronte del tenente colonnello Marco Pizzamiglio del RIS di Parma e del tenente colonnello Giancarlo Sangiuliano del reparto operativo di Pavia.
L'impronta di Marco Poggi invece è stata trovata nella porta interna della villetta che collega il garage con l'interno dell'abitazione.
Quindi, sulla base delle impronte trovate, Chiara Poggi stava facendo colazione con qualcuno o da sola?
Ci sono solo le impronte di Chiara sul sacchetto dei cereali. E c'è solo il suo DNA anche sui vasetti del fruttolo. L'unico elemento di novità dell'incidente probatorio è che c'è il DNA del condannato Alberto Stasi sulla cannuccia dell'Estathé. Questo è l'elemento oggettivo.
Ci siamo sentiti dire in più circostanze che il materiale contenuto nel cestino dei rifiuti della villetta sarebbe stato materiale riconducibile alla colazione della mattina dell'omicidio. È ovvio che poi, visti gli esiti, chi propendeva per questa tesi ha cambiato un po' le carte in tavola.
Noi ci limitiamo, come abbiamo sempre fatto del resto, a valutare quelli che sono gli elementi oggettivi che sono emersi da questa indagine. Poi se ci sono altre attività di indagine che la Procura sta facendo, ma che sono coperte da segreto, noi le scopriremo solo quando saranno disponibili alle parti.
Da questi ultimi risultati del perito è emerso qualcosa di nuovo?
No. Tutto conferma quello che è stato confermato dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano che ha condannato Stasi.
Il fatto che sono state trovate delle impronte dei carabinieri, vuol dire che ci sono stati degli errori durante il sopralluogo dopo il delitto?
Il vialetto di casa Poggi a mio giudizio sarebbe stato già scena del crimine. Avrebbero dovuto esaminarlo in un certo modo. I primi intervenuti invece fecero la cosiddetta area tecnica proprio su quel vialetto. Quindi che sulla parte esterna della porta d'ingresso ci fossero le impronte digitali degli addetti ai lavori dopo l'omicidio non mi sembra una cosa assurda considerato che proprio quel vialetto e quella porta non sono stati considerati scena del crimine. Sbagliando a mio giudizio perché la bicicletta nera tanto importante ai fini della ricostruzione di quella mattina era appoggiata appena fuori del cancelletto.
Resta ancora sconosciuta invece l'impronta 10 trovata nella parte interna della porta d'ingresso?
Al momento non è stata attribuita. Non sappiamo il motivo, non sappiamo quali sono le considerazioni che ha fatto il perito in merito all'impronta 10 perché noi non abbiamo ancora visto il suo lavoro. Per cui non le posso dire se il perito l'ha valutata utile per i confronti non potendo però attribuirla perché non risultava di nessuno, oppure se l'ha valutata non utile ai confronti.