Il prof assunto per soli 4 giorni per un errore nella graduatoria: “Molti casi, siamo oltre il tollerabile”

Ogni estate molti insegnanti di sostegno sperano di passare da precari a posto fisso e attendono quindi le graduatorie regionali e provinciali. Quest'estate però per alcuni di loro si è trasformato in un vero e proprio incubo: hanno visto prima il proprio nome scritto nella tanto attesa lista per poi, pochi giorni dopo, vederlo scomparire. Stando a quanto è successo, si sarebbe trattato di un "errore tecnico": il primo agosto è stata pubblicata una prima graduatoria che quattro giorni dopo è stata annullata e sostituita da una nuova lista. Questo vuol dire che diversi insegnanti sono passati dalla gioia alla tristezza in poco tempo. Un caos che il sindacato della Cisl ha commentato subito così: "Un disordine istituzionale che si scarica sui lavoratori".
Tra gli insegnanti finiti solo nella lista sbagliata del decreto pubblicato sul sito dell’Ufficio scolastico provinciale c'è il 52enne docente di sostegno con invalidità Roberto Gazzetti: insegna all’istituto Mandela di Castelnovo Monti nell’Appennino di Reggio Emilia.
"È un incubo, sono passato dalla gioia del posto fisso a non sapere quale sarà il mio futuro", ha detto in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. Lui è uno di quei docenti che il primo agosto ha gioito per l'assunzione a tempo indeterminato. Una nomina attribuita e poi revocata il 5 agosto quando ha letto una rettifica sul sito del provveditorato regionale.
Ecco quindi che le nomine saltano e tutto è da rifare. Roberto Gazzetti non è tra i nomi della nuova graduatoria. Ora il 52enne è seguito dalla Cisl e sta pensando di presentarsi davanti al giudice del lavoro: la speranza è di puntare a un reinserimento ma il magistrato potrà decidere anche solo per un risarcimento. "Era doverosa un'attenzione in più verso i lavoratori e verso di lui in particolare perché rientra nei diversamente abili", ha commentato a Fanpage.it Ciro Fiore, segretario generale aggiunto della Cisl Scuola Emilia Centrale.
Roberto Gazzetti è preoccupato: "Se l’anno prossimo non vi fossero nuove assegnazioni di ruolo, rischio di rimanere precario a vita e ho 52 anni". Precisando inoltre che per ottenere i titoli ha speso almeno 11mila euro: "Ho frequentato un corso a Roma per un anno, con tutte le spese di viaggio e di soggiorno. Poi, è arrivato un corso online gratuito e tante persone hanno fatto tutto alla svelta". Eppure "ho sempre insegnato e amo questo lavoro".
Adesso c'è la speranza che il giudice possa decidere a suo favore: "Sono il primo nella mia lista, ho dei problemi di saluti certificati, magari potrebbe aprirsi qualche varco per una soluzione lavorativa che mi venga incontro", ha dichiarato.
Un'altra storia simile la pubblica Orizzonte Scuola: è quella di una insegnante che quando ha visto che il suo nome era nella lista sbagliata e non riconfermato in quella ufficiale si è sentita male. Quando ha chiamato per chiedere spiegazioni dall'altra parte del telefono le avrebbero detto semplicemente "siamo mortificati". Nessuna comunicazione ufficiale e per questo la donna si sarebbe sentita male tanto da presentarsi al pronto soccorso con forte ansia e mal di testa.
"Ancora più spiacevole – spiega Ciro Fiore – è che questi insegnanti sono stati informati dell'errore da noi del sindacato. Avevamo capito che l'errore era così evidente che ci siamo subito attivati. È spiacevole perché poi con un decreto loro hanno visto scemare il ruolo ed è spiacente perché adesso per uno degli insegnanti che stiamo seguendo noi, il professore Roberto Gazzetti, abbiamo attivato il ricorso davanti al giudice. Bisogna capire perché è stato revocato il ruolo. Premesso che non contestiamo la legittimità, perché in norma di diritto quello che è successo è legittimo, ma è sbagliato il trattamento e il decreto stesso. Questo nella pubblica amministrazione va motivato, non si può scrivere semplicemente "per errore". L'errore è qualcosa di generico. Non hanno saputo gestire il tutto". Ribadendo: "Il modus operandi non è condivisibile".
Poi aggiunge: "Quello della scuola è un mondo particolare, solo chi ci è dentro riesce a capire le dinamiche. Il problema è che adesso stanno uscendo altre casistiche su altre graduatorie di concorso". Infine sottolinea come la precarietà si sta riflettendo sul piano didattico: quando saltano le nomine è anche a rischio la continuità in classe. "La scuola pubblica va avanti grazie a lavoratori che resistono. Ma siamo oltre il tollerabile. Le istituzioni disattendono il rispetto dovuto a chi tiene in piedi il servizio scolastico", conclude Fiore.