Il papà della 17enne morta cadendo dal catamarano: “Voglio la verità, per quella barca serviva più personale”

"Voglio la verità, mia figlia non doveva fare nessuna manovra. Per una barca di quelle dimensioni, che porta in giro i turisti, ci voleva più personale".
Rabbia e desiderio di giustizia. È quanto emerge dalle parole del papà della studentessa di 17 anni del Nautico di Venezia morta ieri, sabato 17 maggio, in un incidente su un catamarano.
"Ci voleva più personale – ha detto l'uomo, intervistato dalla Nuova Venezia – invece lei era da sola, col marinaio, e da quanto sapevo, era stata presa perché parlava molto bene l'inglese ma non era ancora pronta per tenere una barca o fare altro".
Secondo quanto è stato ricostruito nelle scorse ore, la 17enne è deceduta al suo primo giorno di lavoro come marinaia a bordo del catamarano. Quando è avvenuto l'incidente sull'imbarcazione era in corso una festa in costume, organizzata da una comitiva di ragazzi stranieri.
Le circostanze della tragedia sono ancora al vaglio degli investigatori, ma sembra che la studentessa sia caduta in acqua a causa delle onde provocate dal forte vento, rimanendo impigliata in una cima finita nell’elica del motore.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i Vigili del Fuoco di Venezia, con i sommozzatori e anche con l'elicottero Drago 160 decollato da Tessera.
La 17enne è stata subito liberata dalla cima dai sommozzatori e affidata al Suem 118 che a lungo ha tentato di rianimarla sul posto, purtroppo senza esito. Fatale sarebbe stato un trauma cranico causato dall'urto contro l'elica.
Sono al vaglio degli investigatori le telecamere di sorveglianza della darsena della Marina di Santelena per ricostruire quanto accaduto. Gli investigatori stanno indagando anche sul contratto di lavoro e la mansione della 17enne.
La salma della giovane è a disposizione per un eventuale esame autoptico, che potrebbe essere disposto a breve. Al momento non risultano indagati.
La ragazza, originaria di Treviso, frequentava i corsi dell'indirizzo ‘Trasporti e logistica e conduzione del mezzo marino' all'istituto Nautico di Venezia, ha raccontato Michelangelo Lamonica, preside della scuola che conta circa 400 ragazzi.
"Era una ragazza piena di vita, appassionata – l'ha ricordata ancora Lamonica – che oltre ad avere buoni voti si impegnava anche in attività ‘peer to peer' con gli studenti più piccoli, per aiutarli nelle materia in cui avevano difficoltà".