Il padre omicida di Umbertide confessa: “Non potevo stare senza i miei figli”

La confessione relativa al duplice omicidio di Umbertide è arrivata questa mattina quando Mustapha Hajjaji, 44enne marocchino che con un coltello ha sgozzato i suoi figli di 8 e 12 anni e poi ha tentato il suicidio, ha risposto alle domande del gip Luca Semeraro durante l’udienza di convalida dell’arresto. L’uomo, che per le sue condizioni di salute si trova ancora nell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, ha ricostruito ciò che è avvenuto quella sera, nella casa in cui sua moglie viveva con i loro bambini. Il 44enne omicida ha detto di essere uscito di casa con l’intenzione di uccidere i suoi bambini per poi togliersi la vita: la sua versione conferma quella che era l’ipotesi degli inquirenti dell’omicidio premeditato.
Voleva morire insieme ai suoi figli, ma non voleva uccidere la moglie – Mustapha Hajjaji ha portato da casa sua la corda e la lama, le armi che ha usato per spezzare due vite innocenti. Il primo a morire è stato il suo bambino di otto anni, Ahmed, poi ha detto di essersi tagliato alla gola e al polso, infine ha usato il coltello contro la bambina più grande, Jihane. E Mustapha Hajjaji, assistito dal suo legale Maddalena Uncino, ha fornito anche una “spiegazione” al perché del suo terribile gesto: “Volevo troppo bene ai miei figli, non potevo stare senza di loro”. Voleva morire insieme a loro, convinto di uccidersi la stessa notte. La moglie, invece, non era prevista nel suo piano assassino.