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Omicidio Giulia Cecchettin

Il neurologo Sorrentino su Filippo Turetta: “Doveva andare da uno psichiatra, non dallo psicologo”

“Mi sono chiesto come sarebbe potuta andare se Filippo Turetta avesse ricevuto una cura adeguata per contenere la sua rabbia, i suoi tormenti, le sue ossessioni”: così il neurologo Rosario Sorrentino, secondo cui in casi come questi prima si va dal medico, poi in seconda battuta inizia il percorso psicologico. Prima di uccidere Giulia Cecchettin, il ragazzo aveva incontrato alcuni terapeuti.
A cura di Susanna Picone
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Filippo Turetta
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"Come sarebbe andata se fin dall'inizio fosse andato subito da un medico, uno psichiatra ad esempio, e non da uno psicologo?". A porsi questa domanda, parlando di Filippo Turetta e tentando di spiegare l’importanza di non sottovalutare alcuni segnali, è il neurologo e scrittore Rosario Sorrentino, che in alcune interviste ha parlato del giovane in carcere a Verona per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin.

Di Turetta, 22 anni ancora da compiere, sappiamo che si era rivolto all'Usl di Padova ai primi di settembre per fissare un incontro con uno psicologo. Si era presentato a 5 incontri, il sesto colloquio era fissato per il 17 novembre ma il ragazzo era già in fuga dopo aver ucciso Giulia Cecchettin. "Su spinta di Giulia aveva accettato di farsi vedere da un terapeuta. Ma ne ha cambiati quattro e sempre ha fatto scena muta", aveva detto anche il padre della vittima, Gino Cecchettin, parlando dell'assassino di sua figlia.

"Mi sono chiesto come sarebbe potuta andare se Filippo avesse ricevuto una cura adeguata per contenere la sua rabbia, i suoi tormenti, le sue ossessioni. In questo, come in altri casi, andrebbe rispettata la priorità: prima si va dal medico, dallo specialista che valuta e dà una terapia, che ti stabilizza. Poi, in seconda battuta, inizia il percorso psicologico", ha spiegato Sorrentino al Corriere della Sera.

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Ma se Turetta fosse stato visitato da un medico si sarebbe potuta evitare quanto accaduto? "Forse sì o forse no – risponde lui – Ma quello che è accaduto ci deve far riflettere. Il cervello è un organo come gli altri, quando c'è una persona che ha un tormento, un disturbo di natura psichiatrica, deve andare da uno specialista o anche dal medico di famiglia. La cura, all'inizio, non è né l'ansiolitico, né la pillolina consigliata dall'amico di turno. La cura deve mirare a ristabilire un equilibrio mentale e la deve dare un esperto. Il disagio può essere la punta dell'iceberg. Per esempio la rabbia è un'emozione che va sempre indagata, approfondita, che può essere la spia, l'allerta di qualcosa di molto più serio. Quando chi ha questi problemi arriva da uno psicologo, lui dovrebbe subito indirizzarlo da un medico".

Secondo Sorrentino, molti psicologi dovrebbero fare autocritica perché per i loro pazienti, anche affetti da seri problemi, non chiedono mai l'aiuto di uno specialista. "Bisogna assolutamente potenziare i servizi di psichiatria. La politica deve mettersi la mano sul cuore e investire fondi sul disagio mentale", aggiunge. "Non basta andare dallo psicologo, Turetta ne ha cambiati diversi senza mai essere indirizzato da uno psichiatra. Questo non deve più accadere", ha detto sempre Sorrentino all'Adnkronos Salute.

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