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Il giallo del ‘Mostro di Modena’: 8 donne uccise da un killer senza nome. I familiari: “Riaprite il caso”

Otto donne uccise e un killer a cui da 30 anni non è stato ancora dato un nome. Le vittime di quello che è diventato noto come il ‘Mostro di Modena’ furono assassinate tra il 1985 e il 1995; i casi, simili per contesto e dinamiche, rimangono irrisolti. A distanza di tanti anni dal primo delitto, avvenuto nell’agosto ’85, la famiglia di una di loro ha chiesto di riaprire le indagini.
A cura di Eleonora Panseri
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Le vittime del Mostro di Modena (dall'alto in senso orario: Giovanna Marchetti, Monica Abate, Anna Maria Palermo, Anna Abbruzzese, Fabiana Zuccarini, Claudia Santachiara, Marina Balboni, Marina Balboni).
Le vittime del Mostro di Modena (dall'alto in senso orario: Giovanna Marchetti, Monica Abate, Anna Maria Palermo, Anna Abbruzzese, Fabiana Zuccarini, Claudia Santachiara, Marina Balboni, Marina Balboni).

Otto donne uccise e un killer a cui da 30 anni non è stato ancora dato un nome. Le vittime di quello che è diventato tristemente noto come il ‘Mostro di Modena furono assassinate tra il 1985 e il 1995; i casi, simili per contesto e dinamiche, rimangono irrisolti.

Ma a distanza di tanti anni dal primo delitto, avvenuto il 21 agosto 1985, la famiglia di una di loro ha chiesto di riaprire le indagini con la speranza che si possa finalmente arrivare all'identificazione dell'omicida.

I fratelli di Anna Maria Palermo, trovata morta a 20 anni il 26 gennaio 1994 in un canale a Formigine, sono convinti che "con la moderna scienza" oggi sia "possibile analizzare i reperti elencati in ben tre pagine di verbale". Lo ha detto l'avvocata che li rappresenta, Barbara Iannuccelli.

"In particolare dagli atti emerge che Anna Maria aveva sugli avambracci lividi da afferramento e ferite da taglio sul petto. È probabile, quindi, che ad ucciderla siano state almeno due persone. Infatti vicino al corpo furono trovate due siringhe con due tipi di sangue diversi tra loro e non di Anna Maria. Un fazzolettino con segni di rossetto dalla composizione chimica diversada quello ritrovato nella borsetta di Anna Maria. Ma quante persone c'erano lì?", aggiunge la legale.

"Insieme al professor Armando Palmegiani, alla professoressa Valentina Marsella e alla genetista Marina Baldi depositeremo l'istanza. A 20 anni non si può morire così e rimanere senza giustizia".

Gli omicidi attribuiti al ‘Mostro', come già anticipato, sono iniziati nel 1985 e successivamente furono inseriti in un unico fascicolo investigativo, già oggetto in passato di riapertura. Nell'agosto di quell'anno venne trovato a Baggiovara il cadavere di Giovanna Marchetti, con il volto devastato a colpi di pietra; nel settembre del 1987 venne assassinata con un colpo di punteruolo al cuore Donatella Guerra, trovata ai laghetti di Sant'Anna.

Due mesi dopo venne trovato il corpo di Marina Balboni, in un fosso di Gargallo dopo che era stata strangolata. E per strangolamento morì a Campogalliano, nel maggio 1989, anche Claudia Santachiara. Nel marzo 1990 fu la volta di Fabiana Zuccarini, trovata in un fosso a Staggia; ancora per strangolamento è morta nel febbraio 1992 Anna Abbruzzese, anche lei in un fosso, a San Prospero.

L'ultima vittima fu Monica Abate, trovata strangolata nella sua abitazione del centro di Modena il 3 gennaio 1995. Prima di lei, Anna Maria Palermo, 26 gennaio 1994. Inoltre, si sospetta che il mostro sia autore di altri due omicidi, avvenuti nel 1983 e nel 1990 ai danni di prostitute, Filomena Gnasso Antonietta Sottosanti.

La prima fu trovata morta il 15 novembre 1983 a Modena. Originaria di Aversa, la donna risiedeva in città da anni ed era stata uccisa con cinque coltellate. Il caso fu archiviato e attribuito al racket della prostituzione. Il cadavere della seconda, soffocata con una calza di nylon in gola, venne scoperto in uno degli appartamenti dei palazzoni del Windsor Park nel tardo pomeriggio del 13 ottobre 1990, dove era scoppiato un incendio doloso.

Tutte le vittime erano prostitute o ragazze con problemi di tossicodipendenze. Nel 2019 la storia del presunto serial killer venne raccontata nel docufilm dal regista Gabriele Veronesi. In quell'occasione la Procura di Modena aveva deciso di riaprire le indagini per fare finalmente luce su questi femminicidi. Ma anche in quel caso poco dopo venne tutto archiviato.

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