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Guerra in Ucraina

Il generale Bertolini spiega perché aumenterà rischio escalation militari incontrollabili in Ucraina

Il Generale Marco Bertolini spiega a Fanpage.it quanto è importante la mobilitazione parziale in Russia annunciata da Putin e quanto pesa sul rischio di escalation nella Guerra in Ucraina.
A cura di Antonio Palma
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Vladimir Putin ha ordinato la mobilitazione parziale in Russia scatenando nuove paure per la guerra in Ucraina e le reazioni del mondo. Non è questo però l’annuncio più portante, secondo il generale italiano Marco Bertolini, già comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze e della Brigata Folgore, nonché Presidente dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia. A Fanpage.it il generale ha spiegato perché il referendum dei filorussi in Donbass appoggiato da Mosca è molto più significativo e quali sono i pericoli di una escalation senza sedersi al tavolo della pace.

Il Generale italiano Marco Bertolini
Il Generale italiano Marco Bertolini

Putin ha ordinato la mobilitazione parziale in Russia, scatenando nuove paure per la guerra in Ucraina. Si rischia una nuova escalation?

Tutti si sono concentrati sulla mobilitazione parziale russa ma di tutti i provvedimenti che ha preso Putin in questa guerra forse è quello meno significativo. La mobilitazione parziale è una cosa che ci si aspettava da tempo, nulla di inatteso e non coglie di sorpresa nessuno, anzi sorprende che sia avvenuta solo adesso. Del resto si tratta di una mobilitazione che riguarda solo persone che hanno già fatto il militare anche se importante come numeri. Un provvedimento molto più significativo è l’appoggio al referendum di annessione delle repubbliche separatiste del Donbass. Nel momento in cui in queste regioni si dichiarasse la volontà di annessione alla Russia, infatti, Putin penso potrebbe anche dichiarare la fine delle operazioni militari in Ucraina e questo sarebbe un motivo di imbarazzo per la controparte per la quale sarà difficile smettere di combattere.

Secondo gli Usa i referendum nel Donbass sono una farsa, un pretesto che, nel caso di tentativo di riprendere quei territori da parte dell'Ucraina, consentirebbero a Putin di usare tutte le opzioni, compresa l'arma nucleare.

In effetti col referendum Putin conta di poter dire di operare su territorio russo e questo potrebbe portare a considerare unilateralmente azioni contro queste regioni come una azione contro il territorio russo, con tutte le conseguenze del caso. Non per niente Zelensky si è lamentato dei referendum più che della mobilitazione. Un altro provvedimento importante di Putin in questo senso che è stato sottovalutato è quello che equipara i combattenti filorussi delle Repubbliche di Doneck e Lugansk ai soldati russi. Di fatto dice voi già siete militari russi. Questi sono provvedimenti veramente importanti, sia dal punto di vista politico che diplomatico. Con queste mosse io credo che Putin voglia cercare di dichiarare unilateralmente di aver raggiunto i suoi obiettivi dicendo che questi territori sono suoi con un referendum che lo sancisce punto e basta. Probabilmente dirà di voler rinunciare a qualsiasi altro obiettivo come Odessa.

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Secondo Blinken, la mobilitazione è segno delle difficoltà del Cremlino mentre per Londra potrebbero mettere in difficoltà il Presidente russo sul fronte interno. Putin è in difficoltà?

La decisione di Putin non mi sembra debolezza ma calcolo razionale, dice non posso avere la pace perché nessuno sembra ora volere la pace, allora vado avanti con la guerra. È una cosa terribile ma è così. Putin ha preso atto del fatto che nessuno vuole fermare la guerra e siccome lui ritiene irrinunciabile gli obiettivi di questa sua azione è naturale che si organizza per combattere una guerra lunga. Di fronte all’impossibilità di trattare, le soluzioni sono due: o la resa o tirare avanti fin a quando si ha la forza di combattere.

Il problema è che ci stiamo abituando troppo a questa guerra e con affermazioni di questo tipo che aizzano le due parti quando invece bisognerebbe far sedere i belligeranti dietro a un tavolo per trovare una soluzione che vada bene a entrambi. Ci stiamo infilando in un tunnel e per uscirne servirebbe una persona con grande buon senso che però ora non vedo. Nessun dubbio che Putin abbia fatto una cosa esecrabile ma durante le guerre i canali diplomatici devo rimanere sempre aperti invece in questo caso invece pare che nessuno voglia arrivare a composizione e conclusione del tutto. C’è stata una escalation di provvedimenti sia in campo militare che politico con misure molto forti dal punto di vista simbolico. Si cerca la resa e la sconfitta del nemico e di fronte a questa situazione ovviamente ci si organizza per andare avanti. Così però ci ritroveremo di fonte a nuove escalation militari che poi potrebbero diventare incontrollabili.

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