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Omicidio Sara Campanella

Il femminicidio di Sara Campanella arriva in Tribunale dopo il suicidio di Argentino: “Cercheremo giustizia”

In Tribunale a Messina mercoledì 10 settembre si terrà l’unica udienza del processo sul femminicidio di Sara Campanella che avrebbe visto come imputato Stefano Argentino. Il ragazzo si è poi suicidato in carcere. A Fanpage.it l’avvocata della famiglia di Sara: “Non significa che però tutto finisca qui. Si cercherà sempre giustizia”.
A cura di Giorgia Venturini
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Da sinistra, Sara Campanella, la 22enne uccisa; Stefano Argentino, il 27enne accusato del femminicidio.
Da sinistra, Sara Campanella, la 22enne uccisa; Stefano Argentino, il 27enne accusato del femminicidio.
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Mercoledì 10 settembre si terrà l'unica udienza del processo che avrebbe visto imputato Stefano Argentino, accusato di aver ucciso Sara Campanella in strada a Messina lo scorso 31 marzo. Argentino si è suicidato nel carcere di Messina il 6 agosto. Perché dunque si andrà ugualmente in Tribunale mercoledì? Stando a fonti di Fanpage.it, serve comunque la decisione del giudice: in aula tra due giorni – il processo si sarebbe svolto con rito immediato – verrà dichiarata l'impossibilità a procedere e tutto verrà quindi archiviato. O almeno questo procedimento penale.

Da qui infatti l'ipotesi che si potrebbe continuare a indagare sulla tragedia avvenuta fuori dal Policlinico della città siciliana dove Sara aveva appena finito di seguire una lezione prima di essere raggiunta da Stefano Argentino e uccisa a coltellate. "Non significa che però tutto finisca qui. Si cercherà sempre giustizia per Sara", ha tenuto a precisare a Fanpage.it Concetta La Torre, l'avvocata dei genitori della vittima. In aula mercoledì ci sarà anche la famiglia di Sara Campanella.

La legale subito dopo la notizia della morte di Argentino aveva dichiarato: "Certamente non gioiamo, non siamo felici di quello che è successo, anche se resta il gesto vile che ha fatto di uccidere Sara". E poi ha precisato: "Forse dobbiamo interrogarci sulle responsabilità di una società che non si prende carico della educazione affettiva e dei bisogni dei ragazzi e delle ragazze. Ci sono due famiglie distrutte". 

Intanto è stato avviato un procedimento nei confronti di sette indagati sul caso del suicidio in carcere di Stefano Argentino: tra questi ci sono i vertici del carcere in cui l’indagato era detenuto (la direttrice e la vice direttrice del carcere messinese di Gazzi) e altri specialisti come psicologi e psichiatri che hanno avuto in cura Argentino. Il ragazzo, siccome aveva già manifestato l'intenzione di togliersi la vita, appena entrato in carcere era stato sottoposto all'alta sorveglianza per poi decidere di togliergliela alcuni giorni prima il suicidio. Sul corpo di Argentino è stata svolta l'autopsia e ora si attende il referto dei medici legali.

Intanto l'avvocato di Argentino, il legale Giuseppe Cultrera, aveva precisato: "Sette indagati è già presagio di plurime responsabilità, probabilmente fra loro correlate. Stefano avrebbe dovuto essere rinchiuso in una Rems o in un Istituto a custodia attenuata: il suo stato mentale – venuto a galla anche dalle indagini degli inquirenti – non era compatibile con la custodia in carcere".

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