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Il direttore di Gay.it lascia la Lista Monti: “Attacchi denigratori contro di me”

Alessio De Giorgi ha deciso di rinunciare alla candidatura al Senato per la lista civica del Professore dopo gli attacchi mediatici nei suoi confronti che secondo lui hanno lo scopo di indebolire Monti.
A cura di Antonio Palma
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Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it, ha rinunciato alla candidatura al Senato per le elezioni politiche 2013 con la Lista Monti. A rivelarlo lui stesso in una nota sul suo sito dove giustifica questa "decisione sofferta" accusando alcuni media di aver scatenato contro di lui una campagna denigratoria. "Rinunciare alla candidatura al Senato nella lista unitaria Con Monti per l'Italia in Toscana è stata presa non senza molte difficoltà di coscienza, vista la denigratoria campagna mediatica portata avanti in questi giorni ai miei danni soprattutto da Libero e da altri giornali ed emittenti" scrive De Giorgi, che effettivamente da giorni è al centro di un acceso dibattito a proposito delle sue attività di amministratore di alcuni siti per gay. De Giorgi con la sua rinuncia ha denunciato  di essere stato "vittima di un tritacarne vero e proprio, che ha cercato ed è riuscito a scandagliare in profondità ogni mia attività imprenditoriale, con una intensità inaudita e non applicata a nessun altro candidato della prossima competizione elettorale". De Giorgi è entrato nel mirino della stampa dopo la pubblicazione da parte di Dagospia di alcune foto che lo ritraevano in compagnia di una drag queen durante una festa.

Campagna denigratoria e sessuofobica – Foto personali, ha più volte ribadito il diretto interessato, ma l'attenzione dei media si è concentrata su di lui fino a che giornali come Libero ma anche emittenti radiofoniche come Radio24 non hanno rivelato che De Giorgi risulta anche amministratore di alcuni siti porno gay.  Lo stesso De Giorgi in una lettera a Dagospia ha precisato che quei siti appartengono ad una società di cui era amministratore e dove rimane socio di minoranza, ma si tratta solo di siti di incontri senza alcun risvolto penale. "Tutti e tre i siti sono stati oscurati poco fa per evitare che vengano utilizzati in questa campagna sessuofobica incentrata sulla figura del sottoscritto" ha scritto De Giorgi attaccando "visto che né pornografia né incontri tra persone costituiscono reato, trovo decisamente di cattivo gusto la campagna denigratoria e la sovraesposizione mediatica di cui sono vittima, che rischia di configurarsi come una vera e propria campagna sessuofobica di cui questo paese non ha sicuramente bisogno".

Lo scopo era mettere in difficoltà Monti – Tutto questo secondo l'ormai ex candidato, che in passato aveva sostenuto anche Matteo Renzi, è stato un disegno premeditato per "mettere in difficoltà il senatore Monti e la sua lista, tentando di mettere in evidenza presunte contraddizioni, in base ad un non meglio specificato senso comune, sia all'interno della lista Scelta Civica sia all'interno della coalizione". Ad ogni modo il direttore di Gay.it ha precisato che la scelta di non correre alle elezioni non significa rinunciare alla politica, e che continuerà a sentirsi "impegnato nella campagna elettorale delle liste che fanno riferimento al senatore Monti" e soprattutto "a lottare perché un giorno una candidatura come la mia, con la mia storia imprenditoriale, possa avere diritto di cittadinanza, insieme ai temi che avrei portato in Parlamento".

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