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Il Cnr ha assunto 328 ricercatori precari che rischiavano di perdere il lavoro: “Risultato storico”

Lieto fine per la vicenda dei 328 precari del Cnr che protestavano dal 18 novembre scorso: l’Ente ha infatti deciso di stabilizzarli tutti. I sindacati: “Risultato frutto di grande battaglia”.
A cura di Ida Artiaco
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Si è conclusa con un lieto fine la vicenda dei 328 precari del Cnr che dallo scorso 18 novembre stavano protestando perché rischiavano di perdere il lavoro dopo aver vinto un concorso pubblico. Lo ha reso noto ieri sera il Cda dell'Ente che ha deciso così di stabilizzare l’ultimo contingente di ricercatori e tecnologi che, come si legge nella nota diffusa, "in servizio presso l’Ente, hanno maturato i requisiti di stabilizzazione previsti dal Dlgs 75/2017 (la cosiddetta Legge Madia). Completando il processo avviato nel 2018 e con un investimento complessivo che a regime sarà pari ad oltre 144 milioni di euro – di cui 69 milioni di euro finanziati con appositi provvedimenti normativi – la stabilizzazione ha riguardato in tutto 1.868 unità di personale, tra ricercatori e tecnologi".

Nel comunicato si sottolinea che "questo nuovo passo è uno sforzo di grandi proporzioni per un Ente che, rispetto ad alcuni principali competitor internazionali (CNRS in Francia, Max Planck Institute in Germania, Karolinska Institute in Svezia e NRCC in Canada) presenta il più basso livello di finanziamento statale per ricercatore e la più alta capacità di attrarre fondi di ricerca (circa il 30% del complessivo turnover)".

"È un risultato di tutti, in primis dei ricercatori stessi che hanno manifestato notte e giorno per un diritto acquisito e per il quale il Parlamento, anche grazie a una forte azione del Partito Democratico, aveva costruito sia il quadro normativo sia l'impianto delle risorse affinché ciò avvenisse", ha commentato il senatore Francesco Verducci, vicepresidente della commissione cultura del Senato, che ha aggiunto: "Si chiude così il percorso che ha portato oltre 1800 tra ricercatori e tecnologi al contratto indeterminato. Una vittoria per ciascuno di loro, per le difficoltà che comporta un lavoro precario, soprattutto nella ricerca. Una vittoria per il Cnr, che potrà contare a lungo su personale formato al proprio interno ed essenziale per rendere l'ente produttivo e competitivo. Un ringraziamento particolare, inoltre, alla presidente Maria Chiara Carrozza, che sin dal suo insediamento aveva garantito un'attenzione particolare alla vertenza".

Sul caso sono intervenuti anche i sindacati: "Questo risultato – è il commento dei segretari generali della Cgil, Maurizio Landini e della Flc Cgil, Francesco Sinopoli – è il frutto di una grande battaglia unitaria delle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil insieme al movimento dei precari uniti del Cnr. E di una grande mobilitazione che ha coinvolto non solo i precari ma tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’ente. Ora l’impegno è di difendere l’autonomia del Cnr e il suo ruolo centrale per definire un nuovo modello di sviluppo".

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