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Il centenario del Milite Ignoto: la storia del soldato senza identità scelto da Maria Bergamas

Il 4 novembre 1921 si tenne la cerimonia di tumulazione del Milite Ignoto posto al centro dell’Altare della Patria a Roma. La salma fu scelta da Maria Bergamas, a rappresentare non solo il figlio Antonio, morto in guerra nel 1916, ma anche tutti i caduti senza nome. In quello che è passato alla storia come il “Rito di Aquileia”, Maria la scelse tra le undici la salme.
A cura di Chiara Ammendola
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Il 4 novembre 2021 cade il centesimo anniversario dalla tumulazione del Milite Ignoto, la cui tomba è posta al centro dell’Altare della Patria a Roma. In questo stesso giorno di cento anni fa infatti si tenne la cerimonia solenne di traslazione della salma posta all'interno della tomba del Milite Ignoto, proprio sotto la Dea Roma, presso il complesso del Vittoriano. Non una salma qualunque ma quella scelta da Maria Bergamas, a rappresentare il figlio Antonio, arruolatosi come volontario nell’esercito italiano e morto sull’Altipiano di Asiago. Maria la scelse tra undici bare all'interno della basilica di Aquileia, undici salme senza nome di soldati caduti in guerra. Il giorno dopo è iniziato un viaggio lungo quasi una settimana che l'ha portata a Roma dove il 4 novembre 1921 si è tenuta la cerimonia solenne della traslazione al Vittoriano per onorare tutte le persone che hanno perso la vita durante guerra.

La ricerca delle undici salme

Maria Bergamas era nata a Gradisca di Isonzo come suo figlio Antonio, nato il 19 ottobre 1891, ma si trasferì poi a Trieste. Al tempo la città era parte integrante dell'impero austro-ungarico e per questo Antonio fu iscritto nelle liste di leva dell'esercito austriaco, fino a quando nell'ottobre 1914 disertò e dopo aver varcato il confine illegalmente si unì all'esercito italiano. Vi combatté sino al 16 giugno 1916 quando, in qualità di tenente, fu ucciso sul campo sul monte Cimone di Marcesina. La sua salma, riconosciuta grazie a un biglietto che lo stesso Antonio aveva nascosto nelle tasche della sua divisa, fu riconosciuta e sepolta assieme agli altri caduti nel cimitero di guerra di Marcesina sull'Altipiano dei Sette Comuni che poi andò distrutto, e le salme disperse. La madre Maria, dopo la guerra, fu così chiamata a scegliere il corpo di un soldato tra undici salme di caduti non identificabili, raccolti in diverse aree del fronte.

La scelta di Maria Bergamas

In una cerimonia che si tenne il 28 ottobre 1921 nella basilica patriarcale di Aquileia, passata alla storia col nome di "Rito di Aquileia", Maria Bergamas fu chiamata a scegliere tra le undici bare allineate una accanto all'altra, la salma del figlio Antonio, simbolo del Milite Ignoto. Vestita del suo scialle nero, passò accanto a ogni bara fino a quando, giunta dinanzi alla decima, urlò il nome del figlio, accasciandosi al suolo. Secondo la testimonianza della figlia Anna, la madre avrebbe voluto scegliere l'ottava o la nona bara, perché erano i numeri che lei associava alla nascita e alla morte di Antonio, ma dinanzi a quelle bare non riuscì a proferire parola e così scelse la decima affinché il simbolo diretto a Roma fosse davvero un soldato ignoto. La donna divenne così la madre spirituale del Milite Ignoto, simbolo di quelle mamme che avevano perso un figlio nella Grande Guerra.

Il viaggio da Aquileia a Roma

Il giorno dopo la salma fu stata traslata a Roma. Un viaggio in treno iniziato da Aquileia il 29 ottobre alle 8 e terminato al Vittoriano il 2 novembre. Cinque giorni e ottocento chilometri con tappe a Venezia, Bologna, Arezzo, Roma Portonaccio e Roma Termini, dove in migliaia hanno omaggiato quella salma con preghiere, fiori, foto e scialli. Il Milite Ignoto è diventato simbolo del dolore di tutte le madri ma soprattutto di quei militari che hanno sacrificato la propria vita per il proprio Paese. Ad attendere la salma alla stazione Termini di Roma la mattina del 2 novembre c'erano Vittorio Emanuele III e il presidente del Consiglio, Ivanoe Bonomi.

La sepoltura all'Altare della Patria

Il corteo delle autorità accompagnò il feretro nella basilica di santa Maria degli Angeli dove restò anche il 3 novembre, ricevendo l’omaggio di una folla ininterrotta. Sul frontone della basilica di Santa Maria degli Angeli è stata apposta una scritta che dice: "Ignoto il nome/ folgora il suo spirito, dovunque è l’Italia;/ con voce di pianto e d’orgoglio/ dicono innumeri madri:/ è mio figlio". Prima, in piazza Esedra fu benedetta dal vescovo Angelo Bartolomasi e poi portata all'interno della basilica dove rimase fino al 4 novembre, giorno della cerimonia solenne. Quella mattina infatti, il 4 novembre 1921, ci fu infatti la solenne della traslazione del Milite Ignoto al Vittoriano: alle 9.30 la bara fu portata a spalla alla tomba e sepolta, accompagnata dal saluto militare.

La costruzione di un'identità nazionale

Da quel giorno il Milite Ignoto è diventato un simbolo di identità nazionale, quella di un popolo fatto di contadini, operai, gente comune che anelava alla libertà e che voleva dimenticare la Grande guerra. L'anonimato della salma ha saputo trasformare il dolore del singolo in dolore collettivo, nel lutto di tutti, riuscendo finanche a trovare riposo e memoria, nell’Altare della Patria.

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