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I genitori di Yara Gambirasio: “Viviamo in attesa di conoscere l’assassino”

Fulvio e Maura Gambirasio, i genitori della “farfalla” uccisa a Brembate Sopra più di tre anni fa, raccontano in un’intervista i loro giorni caratterizzati dall’attesa di sapere chi ha ucciso la ragazzina. Finora tutte le piste non hanno portato a nulla: il killer di Yara è ancora in giro.
A cura di Susanna Picone
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“Viviamo sospesi in attesa di sapere chi ha ucciso la nostra Yara”: con queste parole Maura e Fulvio Gambirasio raccontano in un’intervista a Repubblica la loro vita dopo l’assassinio della figlia. Sono i genitori della piccola Yara Gambirasio, la giovane ginnasta scomparsa da Brembate Sopra (Bergamo) il 26 novembre del 2010 e ritrovata cadavere tre mesi dopo, il 26 febbraio del 2011, in un campo di Chignolo d’Isola. Sono trascorsi più di tre anni ma l’assassino di Yara non è stato ancora individuato. E tutte le piste battute finora non hanno portato a nulla. Il giallo di Yara Gambirasio sembra ad oggi, infatti, senza soluzione. Ma nonostante tutto la famiglia Gambirasio dice di credere ancora nella giustizia umana e in quella divina. Aspettano ancora di conoscere chi ha ucciso la loro “farfalla”, lo fanno anche per dare risposte ai loro figli. Il killer di nostra figlia – dicono – non può farla franca.

“Possibile che nessuno abbia visto o sentito?” – L’angoscia per i genitori di Yara è tripla: c’è il dolore per la perdita della ragazzina, l’assoluta assenza di certezze su chi possa averla uccisa e anche la paura che quel killer possa colpire ancora. Che altre famiglie possano vivere quell’incubo che ha trasformato la loro vita. “Possibile che nessuno abbia visto o sentito? – è quanto si chiede mamma Maura – possibile che da allora nessuno sia venuto a sapere qualcosa o che l’assassino non abbia commesso qualche passo falso?”. Da tempo, ormai, gli investigatori che si occupano dell’omicidio di Yara Gambirasio seguono la pista che porta al figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, un autista di pullman di Gorno morto nel 1999. Ma per gli investigatori trovare questa persona è peggio che pescare un ago in un pagliaio.

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