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Gorizia, il papà non sapeva dei brutti voti del figlio: Tar annulla la bocciatura

I genitori dello studente sono separati ma il padre, malgrado l’affido condiviso, non era stato informato dell’andamento scolastico del figlio. Il Tribunale amministrativo regionale contesta alla scuola di aver violato la tutela della bigenitorialità in ambito scolastico.
A cura di Susanna Picone
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In Friuli Venezia Giulia il Tar ha accolto il ricorso presentato da un uomo e annullato la bocciatura del figlio decisa lo scorso 13 giugno dall'Istituto Comprensivo di Gorizia 1. Questo perché l’uomo non era stato informato dalla scuola dell'andamento scolastico negativo del figlio, alla fine bocciato in seconda media. Ora quindi il ragazzo, che nel frattempo sta frequentando la seconda in un’altra scuola, potrà grazie al Tar iscriversi lo stesso nella classe successiva. La decisione dei giudici amministrativi è stata già notificata alla scuola dal legale dell'uomo, l'avvocato Alessandro Tudor. “A questo punto – ha spiegato il legale – se la scuola non dovesse eseguire la sentenza del Tar, presenterei un altro ricorso per la nomina di un commissario ad acta per l'esecuzione della sentenza e l'iscrizione del ragazzo alla terza media”. Secondo il Tar, l'Istituto Gorizia 1 ha “violato le precise indicazioni contenute nella circolare ministeriale prot. n. 5336/2015, volta tutelare la bigenitorialità in ambito scolastico”.

La scuola aveva avvisato solo la madre dello studente

Dei brutti voti del ragazzo a scuola era stata informata esclusivamente la madre anche se – rilevano i giudici amministrativi – era stato disposto l'affidamento congiunto del figlio a entrambi i genitori. Inoltre secondo i giudici la scuola era consapevole delle difficoltà che lo studente “incontrava in dipendenza dalla difficile separazione dei genitori, sfociata in una situazione fortemente conflittuale tra i coniugi”. I giudici ricordano che lo studente è stato bocciato con una motivazione secondo la quale la sua situazione “è peggiorata nel corso dell'anno poiché ha manifestato poco impegno, scarso interesse e atteggiamenti poco collaborativi”. Una situazione resa ancor più grave dalle assenze.

Il comportamento della scuola avrebbe impedito al padre di aiutare il ragazzo

E ancora, secondo il Tar, “il comportamento omissivo della scuola ha impedito al padre dello studente, ove tempestivamente informato della situazione scolastica del figlio, di adottare una serie di rimedi”, come era successo in un precedente anno scolastico, concluso con “esito più che positivo” in una scuola di Trieste, quando il ragazzo seguito dal padre aveva evidenziato buone capacità di recupero.

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