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Gol, jeans, wurstel: ecco il vocabolario del latino moderno

Un gruppo di studiosi tiene viva quella che per molti è solo una lingua morta. In vendita un dizionario con migliaia di neologismi che Cicerone non avrebbe mai potuto conoscere, da “apartheid” a “treno”. Con qualche divertente sorpresa.
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Quante volte avete sentito dire che il latino è una lingua morta? Nulla di più sbagliato: il latino, quello parlato e scritto da Giulio Cesaro, Tacito, Svetonio, Catone e via citando, è una lingua più viva che mai grazie ad un gruppo di studiosi che si cimentano a tradurre in latino le nuove parole di uso comune. Qualcuno potrebbe obiettare: a chi può servire una simile opera? Serve, innanzitutto, a chi lavora per l’unico Stato al mondo che usa il latino come lingua ufficiale: il Vaticano, ovviamente.
Buona parte dei documenti ufficiali della Santa Sede, ad iniziare da quelli scritti dal Papa, sono il latino. È chiaro che, per affrontare le sfide della modernità, a volte è necessario utilizzare parole che duemila anni fa non potevano esistere perché facenti riferimento ad oggetti inventati nel corso dei secoli successivi o a concetti ed idee non esistenti nell’antichità. Tuttavia, se è evidente che al Papa può essere utile sapere come scrivere “computer” o “giornale” in latino, meno chiaro è comprendere a chi o cosa serva conoscere come si direbbe nella lingua dei nostri antenati “abat-jour” o “rally”. La spiegazione è che ci sono storici e linguisti che sostengono che il latino possa tornare ad essere una lingua di uso comune a livello mondiale o quantomeno europeo e che, quindi, è necessario che il dizionario latino comprenda quanti più termini possibile. È nato, così, il “Lexicon Recentis Latinitatis”, pubblicato dall’Editrice Vaticana, in cui sono presenti decine di migliaia di vocaboli: si trova tranquillamente in rete al modico prezzo di 93 euro per un dizionario suddiviso in due sostanziosi volumi. A scriverlo, gli studiosi della “Fondazione Latinitas”, promossa dal più piccolo Stato del mondo, appena 0,44 chilometri quadrati al centro di Roma.

Il vocabolario latino

Sfogliando il Lexicon Recentis Latinitatis

Sfogliando il “lexicon” scopriamo tante curiosità. Andiamo per ordine. Nella lettera “A” troviamo “apartheid”, che in latino diventa “segregatio nigritarum”: abbastanza ovvio. Più difficile capire cosa possa essere una “àrcera automataria”, che sta per “ambulanza”. Con la “B” abbiamo i “bracae linteae caereuleae”, traducibile come “pantaloni dipinti di blu”, più comunemente noti come blue-jeans. Con la “C” troviamo la “cassata”, diventata “placenta Sicula”, perché deve essere chiaro che l’unica vera cassata è quella siciliana. Con la “D” troviamo il “foetoris delumentum”, cioè qualcosa per combattere il fetore: il comune deodorante. Con la “G”, cosa sarà mai la “retis violatio”, cioè la “violazione della rete”? Ma il gol, ovviamente!
E l’Iva? In latino diventa “fiscale pretii additamentum”, cioè “aumento del prezzo fiscale”. Facile. Tradotto anche il termine “jazz”, che diventa “iazensis mùsica” e chissà Louis Armstrong cosa ne avrebbe pensato. Con la “M”, il “market” è una “multigeneris taberna”: nome azzeccato per un negozio in cui si possono trovare oggetti di genere differente, mentre “il night club” è, semplicemente “taberna nocturna”. L’Onu in latino andrebbe tradotto in UNC: Unitarum Nationum Coetus, mentre il pancarrè è, poco fantasiosamente “panis quadratus”. Con la “Q” il quiz è traducibile come “aenigma”, con la “S” lo spaghetto è “pasta vermiculata”, locuzione che forse sarebbe più adatta ad identificare il nostro “vermicello”. Con la “T” troviamo il termine “hamaxòsticus”, che è assolutamente oscuro: senza la traduzione a fronte sarebbe impossibile capire che si parla del treno, mentre, nella sezione della lettera “W” c’è il wurstel, tradotto in “botellus”, con una precisazione dei redattori del dizionario: può essere “germanicus” o “austriacus” a seconda della provenienza. Infine vi proponiamo un piccolo “aenigma”. Chi è il “tesseràrum venditor iniquus”? Traducendo maccheronicamente è il “venditore illegale di biglietti”, una figura molto noto in tutte le città in cui giochi una squadra di calcio forte. In italiano lo traduciamo come “bagarino”, ma leggerlo scritto in lingua latina fa tutto un altro effetto…

I termini latini del vocabolario moderno

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