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Gli alpini dicono che ci sono giovani con cappelli “taroccati” che molestano le ragazze

“Con stop alla leva chi ha meno di 38 anni difficilmente è un autentico alpino” sostengono dall’Associazione, ribadendo che al momento non sono state presentate denunce formali di molestie.
A cura di Antonio Palma
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"Quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone per festeggiare è quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione" e "inoltre ci sono centinaia, se non migliaia, di giovani che pur non essendo alpini, approfittano della situazione con finti cappelli comprati sulle bancarelle", così dall'Associazione nazionale alpini minimizzano quanto accaduto in questi giorni in occasione della 93esima adunata nazionale a Rimini dove decine di donne e ragazze, anche minorenni, hanno denunciato molestie sessuali e palpeggiamenti da parte di giovani e meno giovani con il cappello con la piuma. Considerazioni che erano state avanzate già dallo stesso Sebastiano Favero, presidente di Ana, dopo le polemiche e la richiesta dell'amministrazione locale di vigilare meglio sul raduno.

"Ci sono giovani che pur non essendo alpini, approfittano della situazione: a costoro, per mescolarsi alla grande festa, basta infatti comperare un cappello alpino, per quanto non originale, su qualunque bancarella. Un occhio esperto riconosce subito un cappello ‘taroccato”', ma la tendenza è nella maggior parte dei casi a generalizzare. La grandissima maggioranza dei soci dell’Ana, poi, a causa della sospensione della leva nel 2004, oggi ha almeno 38 anni: quindi persone molto più giovani difficilmente sono autentici alpini" sostengono dall'Associazione ribadendo che al momento non sono state presentate denunce formali alle forze dell'ordine e che dunque non è possibile alcun intervento da parte loro. Lo ha chiarito ancora una volta Favero spiegando all'Ansa: "Prima di ripartire ho parlato con le forze dell'ordine e ho chiesto se ci fossero state denunce. La risposta è stata negativa. È chiaro che se ci sono denunce circoscritte e circostanziate prenderemo provvedimenti, ma al momento non ne risultano".

"Se qualcuno di noi ha sbagliato, è giusto che venga punito ma noi siamo abituati a ragionare sui fatti. Se e quando ci saranno denunce circostanziate, allora prenderemo i nostri provvedimenti" aveva ripetuto il presidente di Ana anche dopo aver parlato delle denunce di molestie col sindaco di Rimini . La stessa associazione precisa che prende "le distanze dai comportamenti incivili segnalati, stigmatizzandoli" e ricordando che "non appartengono a tradizioni e valori che da sempre custodisce e porta avanti" ma "Al tempo stesso, però, sottolinea che, dopo gli opportuni accertamenti, risulta che alle Forze dell’ordine non sia stata presentata alcuna denuncia". Per questo "ritiene quindi ingeneroso e ingiustificato veicolare un messaggio che associa la figura dell’alpino a quegli episodi di maleducazione. Gli alpini in congedo sono quelli che hanno scritto e continuano a scrivere pagine intense di sacrificio, amore e solidarietà, come testimoniano ad esempio i 5,4 milioni di ore di lavoro volontario prestate in un anno durante l’emergenza Covid, e che si impegnano a trasmettere i loro valori ai giovani".

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