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Giuseppe Uva, il Gip ordina l’imputazione coatta degli agenti per omicidio

Il Gip di Varese ha respinto la richiesta di archiviazione dei pm sul caso del giovane morto nel 2008 imponendo alla procura di indagare poliziotti e carabinieri.
A cura di Antonio Palma
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Per il caso di Giuseppe Uva, morto il 14 giugno del 2008 all’ospedale di Varese dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri, non ci sarà alcuna archiviazione. Il gip del tribunale di Varese infatti ha disposto l’imputazione coatta per omicidio preterintenzionale e arresto illegale degli otto carabinieri e agenti di polizia indagati. Al termine della fondamentale udienza il giudice per le indagini preliminari ha respinto quindi la richiesta di archiviazione presentata dai pm di Varese Agostino Abate e Sara Arduini e ha deciso di accogliere l'istanza della famiglia, che chiedeva nuove indagini sui fatti accaduti in caserma e un nuovo processo. Del resto già il tribunale monocratico di Varese assolvendo il medico del pronto soccorso accusato di omicidio colposo aveva chiesto ai pm di approfondire le indagini su cosa fosse accaduto realmente nella caserma dei carabinieri dove fu portato Giuseppe Uva.

"Finalmente, dopo sei anni di occultamento della verità a opera del pubblico ministero incomincia a emergere, nella maniera più nitida, la verità sulla morte di Giuseppe Uva" ha affermato il presidente della commissione per la Tutela dei diritti umani, Luigi Manconi, concludendo: "l giudice per le indagini preliminari ha deciso per l’imputazione coatta nei confronti dei due carabinieri e dei sei poliziotti che si trovavano nella caserma di Varese dove, per quasi tre ore, è stato trattenuto illegalmente Giuseppe Uva".

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