Gemona, Alessandro Venier ucciso e fatto a pezzi in casa da mamma e compagna: “Venite, siamo state noi”

Il cadavere di un uomo, Alessandro Venier, è stato ritrovato oggi in una abitazione di Gemona del Friuli (Udine). Sarebbe stato fatto a pezzi e sepolto nella calce. Indagini sulla mamma e la compagna che vivevano con lui: sono state loro a chiamare le forze dell’ordine.
A cura di Ida Artiaco
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Alessandro Venier (Facebook).
Alessandro Venier (Facebook).

Il cadavere di un uomo, il 35enne Alessandro Venier, è stato trovato oggi in una abitazione di Gemona del Friuli (Udine), in via dei Lotti. Sarebbe stato ucciso e fatto a pezzi e i resti nascosti in cantina all'interno di un bidone. La morte risalirebbe ad alcuni giorni fa. Le spoglie sarebbero state coperte da calce viva in più strati, probabilmente per nasconderle e perché non si diffondesse l'olezzo. Per l'omicidio si sono costituite la mamma, la 62enne Lorena Venier, e la compagna di origine colombiana, anche lei trentenne, Marylin Castro Monsalvo, che vivevano con lui. Stando a quanto riferito da fonti investigative a Fanpage.it sarebbero state proprio le due donne a chiamare le forze dell'ordine stamattina intorno alle 10.

Sul posto, coordinati dalla Procura della Repubblica, stanno indagando i carabinieri del Comando provinciale di Udine e i colleghi dei reparti scientifici. Non sono ancora note le modalità del delitto, gli investigatori sono al lavoro per cercare di ricostruire la dinamica di quanto successo. Le due donne, sentite subito dagli inquirenti, avrebbero ammesso la responsabilità dell'omicidio. Sono state arrestate e accompagnate in caserma. Restano da chiarire i ruoli che hanno avuto singolarmente nella vicenda e soprattutto il movente dell'omicidio.

"Invito tutti alla massima cautela: stiamo valutando ogni singolo aspetto di questa vicenda e serve ampliare gli orizzonti e analizzare nel dettaglio le ricostruzioni fornite dalle persone coinvolte, per attribuire correttamente le singole responsabilità", ha detto all'ANSA la sostituta procuratrice di Udine, Claudia Danelon, in relazione al delitto, che sarebbe tuttavia avvenuto al culmine di una lite scoppiata per futili motivi. Il decesso, come detto precedentemente, risalirebbe ad alcuni giorni fa, ma non è stato accertato in quale stanza della casa sia avvenuto: nell'autorimessa dove c'era il corpo non c'erano tracce di una colluttazione. Secondo indiscrezioni il cadavere sarebbe stato segato in tre parti. 

"Non ho mai parlato con loro, ma non avrei mai immaginato una cosa simile", ha detto una vicina di casa sconvolta al Messaggero Veneto. Sulla mamma ha aggiunto: "La conoscevo, ma non sono mai stata a casa loro. Non così che rapporti hanno". Ma sotto choc è tutta la comunità di Gemona. Il sindaco Roberto Revelant ha detto: "Lo conoscevo di vista ma c’era una certa differenza d’età e non lo vedevo da tempo. Sapevo che lavorava spesso all’estero". A quanto pare la vittima aveva anche una figlia di 6 mesi che è stata già affidata ai servizi sociali. Un'altra vicina di casa ha detto al Messaggero: "Era diventato papà da poco, vedevo sua mamma in giro con la carrozzina". La vittima avrebbe preso il cognome dalla madre in quanto non sarebbe mai stato riconosciuto dal padre, cittadino straniero.

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