Garlasco, Venditti chiede incidente probatorio sul cellulare: la battaglia con la Procura è sulle “parole chiave”

Un incidente probatorio per le analisi sui dispositivi elettronici dell'ex procuratore di Pavia Mario Venditti e di Giuseppe Sempio, accusati di corruzione per aver favorito l'archiviazione di Andrea Sempio nel 2017. Sarebbe questa la controrichiesta dell'avvocato Domenico Aiello, legale dell'ex magistrato, alla Procura di Brescia dopo i decreti di sequestri di cui uno fermato dal Tribunale del Riesame.
L'avvocato Aiello spiega: "Abbiamo appena formalizzato istanza di incidente probatorio al Giudice delle indagini preliminari di Brescia. Per non apparire indisponibili a rilasciare quanto ritenuto indispensabile dalla Procura di Brescia, abbiamo utilizzato esattamente il brano contenuto nel sequestro notificato il 26.09.25, letteralmente copiato e inserito nell'istanza".
Per poi aggiungere: "Ovviamente per non dar corso ad un atto illegittimo, già annullato dal tribunale del riesame, abbiamo sottoposto l'estrazione dei dati ai due parametri di legalità prescritti dalla norma e dalla cassazione, cioè delimitazione del periodo temporale di estrazione e individuazione delle parole chiave, entrambi parametri di immediata e rigorosa riferibilità all'ipotesi criminosa contestata al dottor Venditti".
Secondo gli inquirenti nelle conversazioni nei dispositivi elettronici si troverebbero le presunte prove di una corruzione. Venditti infatti è indagato per corruzione in atti giudiziari: per l'accusa avrebbe ricevuto soldi dalla famiglia Sempio per chiedere l'archiviazione (poi ottenuta) delle indagini del 2017 su Andrea, oggi come allora indagato per omicidio di Chiara Poggi in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, l'unico condannato in via definitiva per il delitto. Così la Procura aveva messo due volte sotto sequestro cellulare e altri dispositivi elettronici di Venditti: tutti e due i decreti però sono stati annullati con una sentenza del Tribunale del Riesame. Ora l'avvocato, per evitare altri sequestri e contro sequestri, ha fatto richiesta di un accertamento non irripetibile – ovvero incidente probatorio – delimitando un preciso arco temporale e individuando le parole chiave.
E qui già potrebbe nascere un problema perché la Procura nei suoi atti di sequestro aveva precisato che occorre tempo per fare gli accertamenti informatici perché non era possibile individuare delle parole chiave. Si è opposta a un'analisi settoriale, dunque. Perché? Nel decreto di sequestro si legge così: "Una analisi settoriale, quale sarebbe quella effettuabile mediante ricerca di specifiche informazioni, non consentirebbe una acquisizione completa e proficua di tutti gli elementi di prova necessari per corroborare le ipotesi investigative per cui si procede, anche alla luce della fase procedimentale, ancora iniziale e suscettibile di sviluppi allo stato non prevedibili, quali il coinvolgimento di terzi allo stato non individuati ovvero dinamiche illecite connesse ma ad oggi non note".
Poi entra nel dettaglio facendo degli esempi: "Non è possibile ricercare con parole chiave delle fotografie che in ipotesi siano utili alla ricostruzione e alla prova dei fatti, quali per esempio immagini di atti del procedimento, di soldi, di incontri, di rapporti personali tra gli indagati; inoltre, non è possibile individuare con parole chiave delle conversazioni contenenti linguaggio criptico o allusivo (che deve ritenersi utilizzato in contesti quale quello di specie in cui si trattano argomenti illeciti) ovvero scambiate con soggetti memorizzati nei device con nomignoli o abbreviazioni".
Bisognerà quindi attendere una decisione del giudice per le indagini preliminari per avere la conferma o meno di un possibile incidente probatorio. Intanto la difesa di Giuseppe Sempio avrebbe già nominato dei propri consulenti tecnici.