Garlasco, Stasi presenta ricorso straordinario in Cassazione: “La sentenza fu un errore”

La sentenza di condanna fu un errore. Secondo la difesa di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, la Suprema Corte di Cassazione avrebbe commesso un "errore di fatto" nel processo di appello bis, dove alcuni testimoni non sarebbero stati ascoltati. Una "svista" si legge nel documento che contesta la sentenza che ha stabilito che ad uccidere Chiara, fracassandole il cranio con un soprammobile, il 3 agosto 2007, nella villetta di Garlasco, fu Alberto Stasi. La vicenda verrà dibattuta il prossimo 27 giugno.
Dopo il no della Corte d'Appello di Brescia alla richiesta di revisione del processo, è questo l'ultimo atto della vicenda processuale dell'ex bocconiano. Gli avvocati Fabio Giarda e Giada Bocellari, lo scorso dicembre, sollecitarono nuovi accertamenti su Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, il fratello di Chiara. I legali presentarono una perizia realizzata dal genetista forense Pasquale Linarello, che attribuì al Sempio le tracce di DNA trovate sotto le unghie di Chiara durante l'autopsia. Lo scorso marzo il gip di Pavia, Fabio Lambertucci ha archiviato l'inchiesta sul 28enne. Secondo il magistrato il campione di DNA attribuito al Sempio (e già esaminato nei laboratori di Genova nel 2014 dai periti del trubunale, ndr.), sarebbe stato insufficiente a ripetere gli esami per giungere a una attribuzione sicura.