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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, possibile estensione dell’incidente probatorio all’impronta 33 nel processo Sempio

Potrebbe non concludersi il 18 dicembre l’incidente probatorio su Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi: la difesa potrebbe chiedere di estendere gli accertamenti all’impronta 33 sulle scale della villetta.
A cura di Biagio Chiariello
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Andrea Sempio, Chiara Poggi
Andrea Sempio, Chiara Poggi
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Potrebbe non concludersi con l’udienza del prossimo 18 dicembre l’incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’ambito dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. Non è escluso, infatti, che la difesa di Andrea Sempio decida di rivedere la scelta fatta mesi fa e chieda di estendere gli accertamenti anche all’impronta nota come “33”, individuata su una parete delle scale che conducono al seminterrato della villetta di via Pascoli e attribuita dagli inquirenti al 37enne indagato per l’omicidio in concorso.

La possibile richiesta di allargare l’incidente probatorio alla traccia 33 – già scartata dal precedente collegio difensivo composto da Massimo Lovati e Angela Taccia – viene valutata dal nuovo pool di legali e consulenti, con l’unica presenza confermata dell’avvocata Taccia. In passato, il generale Luciano Garofano, ex capo dei Ris e consulente dei difensori, aveva suggerito di includere il reperto nelle analisi affidate ai periti Denise Albani, Giovanni Marchigiani e Maria Di Censo. L’impronta, rilevata mediante l’uso di ninidrina, è priva di sangue e contiene solo tracce di sudore; secondo l’accusa, corrisponderebbe al palmo destro di Sempio per 15 minuzie dattiloscopiche, mentre la difesa ne riconosce solo cinque.

L’impronta 33 era stata rilevata già all’epoca del delitto e inizialmente giudicata irrilevante, dato che non conteneva materiale genetico. Ora, con tecniche investigative aggiornate, la Procura di Pavia ritiene possa essere significativa. La famiglia Poggi, tramite i legali Giovanni Tizzoni e Francesco Compagna, aveva già richiesto l’inclusione della traccia nelle analisi, ma la richiesta era stata respinta dai pm, che avrebbero preferito conservarla come possibile prova regina per un futuro rinvio a giudizio.

Oltre all’impronta, un elemento centrale dell’indagine riguarda il DNA di Andrea Sempio rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Già in passato erano stati effettuati esami, ma i risultati erano considerati insufficienti per formulare accuse. Nel 2016, un consulente della difesa di Alberto Stasi aveva associato quel materiale genetico a Sempio; successivamente, altri periti avevano confermato la compatibilità, portando alla riapertura delle indagini, chiuse in precedenza con due archiviazioni. L’ultimo aggiornamento arriva dalla perita Albani, che ha rilevato una compatibilità tra l’aplotipo Y trovato sulle unghie della vittima e la linea paterna di Sempio, precisando però che questo cromosoma Y non è individualizzante ma condiviso dai soggetti della stessa famiglia. La genetista chiarirà la questione durante l’udienza del 18 dicembre.

Una data che ora quindi rappresenta l’appuntamento più atteso dall’inizio delle indagini su Andrea Sempio, indagato per l’omicidio della giovane insieme ad ignoti o, in concorso, con Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva. Durante l’udienza, la perita Albani illustrerà i risultati dell’incidente probatorio sulle tracce mai analizzate negli ultimi 18 anni, comprese quelle conservate su fogli di acetato e nella spazzatura della villetta. Particolare attenzione sarà dedicata anche alla rivalutazione della perizia del 2014 sulle unghie di Chiara Poggi, elemento su cui la difesa mantiene riserve e sottolinea la natura mista del DNA, non individualizzante.

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