video suggerito
video suggerito
Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, partita la caccia a “Ignoto 3”: perché prevale l’ipotesi della contaminazione durante l’autopsia

Dopo la conferma di un Dna ignoto sul tampone orofaringeo effettuato a Chiara Poggi, è partita la caccia a “Ignoto 3”: per gli inquirenti potrebbe anche essere del killer di Garlasco, ma per i consulenti di parte si tratterebbe di una contaminazione: ecco perché.
A cura di Ida Artiaco
335 CONDIVISIONI
Spetta ai giudici della Corte di Cassazione decidere se riaprire il giallo di Garlasco o assolvere in via definitiva Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. Lui, unico imputato, non sarà presente.
Chiara Poggi.
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Dopo la conferma di un Dna "ignoto" nella bocca di Chiara Poggi, come emerso ieri dai risultati del controesame sul tampone orfaringeo effettuato alla vittima del delitto di Garlasco, gli inquirenti sono sulle tracce di "Ignoto 3". La replica degli esami genetici effettuati dalla genetista Denise Albani, nominata dalla gip Daniela Garlaschelli, hanno confermato gli esiti di quattro giorni fa: sui 5 prelievi, tre non hanno portato a nulla di utile, mentre gli altri due hanno individuato due cromosomi Y.

Di questi uno è riconducibile a Ernesto Gabriele Ferrari, l'assistente di Dario Ballardini, il medico legale che nel 2007 effettuò l'autopsia. L'altro, invece, è privo di un nome, non appartiene né ad Andrea Sempio, al momento indagato per concorso in omicidio, né ad Alberto Stasi, unico condannato per la morta di Chiara, all'epoca dei fatti sua fidanzata. Quindi è per l'appunto di un ignoto che, in questo caso, sarebbe il numero 3.

Secondo gli inquirenti potrebbe appartenere al killer di Chiara Poggi, a un complice di Sempio. Ma ci sono interpretazioni ben diverse da parte dei consulenti, per i quali, invece, l'ipotesi della contaminazione sarebbe quella più plausibile. Per alcuni, infatti, il profilo è "netto, completo, robusto e con 22 marcatori" e non ha identità, per altri, tra cui Luciano Garofano, l'allora comandante dei Ris nominato dalla difesa di Sempio, sarebbe un mix tra quello di Ferrari e di un altra persona sconosciuta in quantità minime. "La spiegazione più logica, e non di parte – ha spiegato in una intervista al Corriere della Sera – è che sia una contaminazione che è avvenuta prima del prelievo, maneggiando quella garza", che sarebbe stata utilizzata per raccogliere materiale dalla bocca di Chiara per poi confrontarlo con le tracce emetiche sulla scena del crimine. La stessa idea è stata più volte ribadita anche a Fanpage.it da Marzio Capra, consulente dei Poggi.

"Una traccia per essere considerata qualcosa di significativo deve avere almeno un quantitativo di materiale di 100 picogrammi. In questi casi invece abbiamo trovati valori da 0,1. Se pensiamo a un tappetino del bagno, questo viene calpestato dalle scarpe e le scarpe raccolgono anche quello che c'è in giro. Un conto è raccogliere un profilo, un conto è raccogliere un centesimo di una cellula", ci aveva detto Capra. La tesi di una contaminazione è sostenuta anche da Gian Luigi Tizzoni, legale dei Poggi, che non hanno mai creduto alla necessità di una nuova indagine e che pure parla di una quantità "infinitesima" di materiale biologico.

A questo punto, si attendono i chiarimenti che la dottoressa Albani ha chiesto al medico legale Ballardini per fare chiarezza sulla vicenda. Innanzitutto il perché abbia usato quella garza, forse addirittura un frammento di tessuto non sterile, e non un tampone vero e proprio. E poi avere l'elenco nel dettaglio di chi era con lui in sala autoptica e di chi, in quel frangente, ha avuto a che fare con il corpo senza vita della ragazza per ulteriori accertamenti.

335 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views