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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, mercoledì accertamenti sulla spazzatura di casa Poggi: dopo il Dna si cercano le impronte digitali

Mercoledì prossimo, 23 luglio, alle 11, avvocati e consulenti del caso Garlasco saranno di nuovo convocati al tribunale di Pavia per il conferimento d’incarico al perito Domenico Marchegiani (dattiloscopista della Scientifica, che affianca la genetista Denise Albani) per repertare le impronte sulla spazzatura di casa Poggi. Cosa sappiamo.
A cura di Ida Artiaco
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Continuano a ritmo serrato le nuove indagini sul delitto di Garlasco, che vedono indagato Andrea Sempio per concorso nell'omicidio di Chiara Poggi con terzi o con Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per il delitto. Mentre continuano gli accertamenti sulla traccia di Dna di un "soggetto ignoto" rilevata sul tampone orale effettuato alla vittima (che secondo i più potrebbe essere un caso di contaminazione), mercoledì prossimo, 23 luglio, alle 11 – come riporta Il Corriere della Sera – avvocati e consulenti saranno di nuovo convocati al tribunale di Pavia per il conferimento d'incarico al perito Domenico Marchegiani (dattiloscopista della Scientifica, che affianca la genetista Denise Albani) per repertare le impronte sulla spazzatura di casa Poggi. 

Si tratta di nuovi accertamenti sempre nell'ambito dell'incidente probatorio. Nello specifico, questi reperti hanno già dato un risultato, e cioè la presenza del profilo della vittima su due vasetti di Fruttolo e quello di Alberto Stasi sull’Estathè. Gli avvocati di quest'ultimo, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, avevano chiesto di consentire anche l’analisi delle impronte digitali perché mai acquisite.

Stessa richiesta era arrivata dai pm diretti da Fabio Napoleone che con una memoria da loro firmata chiedevano due settimane fa di estendere l’incidente probatorio anche alle impronte sulla spazzatura. L'obiettivo secondo i magistrati è quello di esaltare "le impronte digitali latenti secondo idonee modalità dattiloscopiche che saranno concordate tra i periti e i consulenti tecnici nominati, trattandosi questa di attività di natura irripetibile soggetta a modificazione non evitabile a causa del tempo trascorso". Così ieri è arrivato l’ok della giudice Daniela Garlaschelli agli esami, proprio per non lasciare nulla di intentato.

A questo punto, dunque, resta l’esame delle impronte digitali, che potrebbero confermare l’esito delle analisi genetiche oppure non dare alcun risultato dopo 18 anni. Sempre la Procura ha invece ritenuto di non accogliere la richiesta presentata dall’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, di inserire nell’incidente probatorio, quindi nel contraddittorio delle parti, anche l’esame sull’impronta 33, la famosa traccia trovata sul muro delle scale della cantina della villetta, in un punto vicino al corpo senza vita di Chiara.

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