Garlasco, la procura mette un punto sul dna ignoto nella bocca di Chiara Poggi: “Contaminazione da autopsia”

Con un comunicato diffuso oggi, martedì 12 agosto, la Procura di Pavia guidata da Fabio Napoleone chiarisce il giallo del presunto dna ignoto rilevato nella bocca di Chiara Poggi, la giovane donna uccisa diciotto anni fa a Garlasco. E lo fa parlando, di fatto, di una delle ipotesi emerse dopo la diffusione delle prime notizie: una contaminazione da autopsia.
"A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici", si legge nella nota della procura. La Procura fa sapere anche che affida nuove verifiche sulle cause della morte alla antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo, professionista nota anche per altri casi di cronaca nera italiana: è stata lei, ad esempio, a lavorare nei mesi scorsi alla super perizia che ha "riaperto" il caso di Liliana Resinovich.
Viene spiegato inoltre che le analisi comparative non erano previste nell'ambito dell'incidente probatorio in corso da settimane e sono state effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani al fine di evitare eventuali indagini su terzi soggetti. E ancora, si legge nel comunicato diffuso dalla Procura di Pavia: il risultato della comparazione fatta con "preparati istologici" di cinque maschi la cui autopsia è stata fatta in concomitanza con quella di Chiara Poggi. "La comparazione dei profili aplotipici parziali ottenuti dai tessuti biologici relativi ai cinque soggetti di sesso maschile sopra elencati rispetto al reperto 335283-114472 ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E. Tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identificato dal codice 153E".
La genetista al lavoro da settimane per l'incidente probatorio disposto dopo l'apertura della nuova inchiesta che vede indagato Andrea Sempio è la dottoressa Denise Albani, "il cui operato – scrive la Procura – ha ricevuto unanime riconoscimento da tutte le parti coinvolte per la serietà e la metodologia adottata, sul materiale rilevate".
"Ogni dichiarazione o riferimento alla Procura di Pavia, in assenza di comunicazioni ufficiali, è da ritenersi privo di fondamento", si chiude la nota. Già lo scorso luglio il Procuratore di Pavia era intervenuto contro i vari opinionisti del caso di Garlasco: “I magistrati titolari delle indagini si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività. Qualsiasi interpretazione proveniente da soggetti estranei all’Ufficio, in assenza di comunicati ufficiali, genera solo confusione”.
"Più approfondiscono gli accertamenti e le indagini, più si concretizza tutto quello che abbiamo sostenuto noi. Attendiamo, ma la verità su Sempio salterà fuori presto. Andrea Sempio non c'entra niente e il clamore piano piano si placherà. Fumo negli occhi", così ha commentato con l'Adnkronos l'avvocataAngela Taccia, che difende Sempio.
Sono intervenuti dopo la nota della Procura anche gli avvocati di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il delitto di Chiara Poggi. E lo fanno con toni polemici: per Giada Bocellari e Antonio De Rensis, infatti, la scoperta della contaminazione di quel Dna sulla garza usata per l'autopsia è uno "di questi gravissimi fatti" che "compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna". "Come più volte ricordato dalla difesa di Stasi – così i due avvocati – la natura del Dna rinvenuto sulla garza andava verificato con estrema attenzione e anzitutto andava esclusa la contaminazione con tutti i confronti possibili”. Bocellari e De Rensis parlano di “un fatto gravissimo” che dimostra “la totale inaffidabilità degli accertamenti svolti nel 2007, che si somma a tutti gli ulteriori errori commessi ed emersi negli ultimi mesi”. E ancora: "La nomina della dottoressa Cattaneo, antropologa e medico legale di grandissima fama e competenza, conferma, ancora una volta, l'assoluta serietà dell'indagine in corso e la volontà della Procura di Pavia di rivedere ogni singolo aspetto di questa tragica vicenda".