Garlasco, il giallo del sangue sull’impronta 33: per la Procura “accertamenti biologici impossibili”

Sull'impronta 33 "non è possibile procedere ad accertamenti biologici". A dirlo è la Procura di Pavia che ha rigettato la richiesta di incidente probatorio sull'impronta palmare, trovata sulla parete delle scale della villetta di Garlasco dove nel 2007 fu uccisa Chiara Poggi, avanzata dai legali della famiglia della vittima.
La Procura sembrerebbe così mettere a tacere chi sostiene che dall'immagine si possa dedurre che si tratta di un'impronta di una mano destra insanguinata. La stessa difesa di Alberto Stasi, l'allora fidanzato della vittima, condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio, sostiene che l'impronta sembra ‘densa' di materiale biologica.
Nel provvedimento del 2 luglio scorso, riporta però Adnkronos, i pubblici ministeri titolari del nuovo fascicolo dell'indagine che vede indagato Andrea Sempio per omicidio, in concorso con altri o con Alberto Stasi, scrivono che l'intonaco grattato in corrispondenza dell'impronta 33 "risulta allo stato interamente utilizzato, dopo essere state verosimilmente pregiudicate dall'azione inibente della ninidrina, per indagini biologiche".
Questo è quanto è stato infatti riferito ai pubblici ministeri il 9 giugno 2025 dal tenente colonnello Alberto Marino, in forza al Ris. La Procura quindi cita la relazione del Reparto investigazioni scientifiche di Parma del 15 ottobre 2007.
Non parla invece del fatto che la traccia 33 è stata sottoposta, subito dopo l'omicidio, all'Obti test, l'analisi più efficace per rilevare il sangue umano, che ha fornito "esito negativo".
Inoltre, come ricordano ancora gli inquirenti, la fialetta originariamente contenente l'intonaco ‘grattato' "non è stata rinvenuta il 17 giugno 2025 nei reperti provenienti dal Ris di Parma", oggetto dell'attuale incidente probatorio, "sicché, all'evidenza, non è possibile procedure ad accertamenti biologici sul reperto fotografico dell'impronta".
Per la difesa di Stasi e per gli stessi pubblico ministeri l'impronta palmare destra sarebbe attribuibile a Sempio, mentre per i consulenti del nuovo indagato e della famiglia della vittima quell'orma non insanguinata non solo non sarebbe databile ma neppure riconducibile ad Andrea Sempio.