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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, i consulenti di Andrea Sempio: “Sull’impronta 33 solo sudore e non sangue”

I consulenti della difesa di Andrea Sempio in una integrazione alla relazione sull’impronta 33, che la Procura ha associato all’attuale indagato del delitto di Garlasco, scrivo: “Sulla traccia non sangue, ma sudore”.
A cura di Giorgia Venturini
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"Non sangue, ma sudore". Lo hanno precisato i consulenti della difesa di Andrea Sempio nella relazione sull'impronta 33 che la Procura ha associato all'attuale indagato del delitto di Garlasco. Luciano Garofano e Luigi Bisogno, i due consulenti nominati dalla difesa di Andrea Sempio, rappresentata dai legali Massimo Lovati e Angela Taccia, hanno presentato nella giornata di oggi lunedì 7 luglio un'integrazione alla loro relazione. Hanno spiegato che la macchia, cosiddetta ipotenare, presente sull'impronta 33, quella ormai nota repertata sul muro delle scale verso la cantina dove fu trovato il corpo di Chiara Poggi, è una manifestazione fisiologica di contatto per accumulo di sudore, non una traccia di sangue. Sulla traccia 33 anche in passato non è stato trovato né sangue né materiale genetico. La presenza di sangue sull'impronta escluderebbe che sia stata lasciata durante l'omicidio.

Nella relazione la difesa di Andrea Sempio – secondo quanto si legge – scrive che in questi casi è necessaria una "corretta attribuzione delle minuzie e della precisa individuazione della loro natura (ovvero minuzie semplici o complesse), ma anche l'assoluta esigenza che i metodi di rilevazione e di accertamento scientifico siano corretti". Ovvero quello che "a nostro avviso è interamente mancato nella relazione dei consulenti della Procura relativamente all'esame del rilievo 33".

A Fanpage.it l'avvocata Angela Taccia precisa che: "I nostri consulenti dicono che le minuzie reali ed effettive di quell'impronta sono cinque. Quindi le 15 minuzie che avevano visto i consulenti della Procura, cinque ci sono davvero ma le altre 10 sono tutte errate, forzate o inesistenti perché sono state confuse come minuzie le trame murarie. Sul muro c'erano delle linee e le hanno considerate minuzie".

Ecco invece cosa aveva scritto la Procura in merito all'impronta 33: "Considerate le imprecisioni e le inesattezze riportate dai media in merito all'impronta 33. Le superfici delle pareti e del soffitto, nel primo tratto della scala che conduce alla cantina casa Poggi, sono state trattate, nel corso delle operazioni tecniche e di repertamento e seguite in data 21 agosto 2007 dai RIS di Parma, con una soluzione di ninidrina spray al fine di evidenziare impronte e tracce latenti. In data 29 agosto 2007 i RIS di Parma hanno proceduto ad ispezionare le pareti e il soffitto delle scale della cantina precedentemente trattate con ninidrina individuando la suddetta impronta 33, che è stata fotografata digitalmente in pari data. In data 5 settembre 2007 una parte dell'impronta 33 priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici è stata asportata dal muro grattando l'intonaco con un bisturi sterile. L'ufficio sta procedendo ad ulteriori investigazioni sul punto. Come emerge dalla relazione di consulenza tecnica n.3306-2007 dei Ris di Parma la restante parte dell'impronta 33, potenzialmente utile per gli accertamenti dattiloscopici, era stata ritenuta ‘non utile'".

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