video suggerito
video suggerito
Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, Bruzzone sull’impronta della scarpa insanguinata: “Siamo oltre ogni limite, la scena racconta altro”

La criminologa Roberta Bruzzone a Fanpage.it sulla possibile nuova impronta ritrovata sulla scena del delitto di Garlasco: “Faccenda inquietante. Non c’è nessun elemento ad oggi in grado di cambiare la lettura di questa vicenda: ciò che condanna Stasi è che lui, di fatto, non lascia alcuna traccia del suo passaggio nel momento in cui va a scoprire il corpo di Chiara Poggi”.
Intervista a Roberta Bruzzone
criminologa.
A cura di Ida Artiaco
413 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Al netto della mia posizione su Stasi, qui siamo oltre. E non è tollerabile una lettura di questo genere che forza in maniera gravissima elementi sulla scena che raccontano altro". A parlare è la nota criminologa Roberta Bruzzone che ha commentato con queste parole le ultime notizie sul delitto di Garlasco, secondo cui sarebbe stata trovata una nuova impronta, quella di una scarpa insanguinata, in cima alle scale dove fu ritrovato il corpo senza vita di Chiara Poggi quel 13 agosto 2007.

Secondo gli inquirenti, addirittura questa impronta sarebbe compatibile con la ormai nota “traccia 33” che sarebbe stata lasciata sul muro dall’assassino, e che sempre per la procura di Pavia apparterebbe ad Andrea Sempio, indagato per concorso nell'omicidio di Chiara Poggi con terzi o con Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per il delitto. La nuova impronta sarebbe stata individuata nel gradino più alto delle scale nella villetta di Garlasco, come ha riferito il Tg1 nell’edizione delle 20 di ieri sera.

Dott.ssa Bruzzone, cosa ne pensa di questa ultima indiscrezione sul delitto di Garlasco?

"Qui siamo arrivati in un territorio che a me personalmente, da cittadina ancor prima che da esperta, comincia davvero a inquietarmi. Questa è una traccia che non può essere un'orma. È pacifico. Non ne ha né l'aspetto, né la dinamica di calpestio. Addirittura viene proposta un'immagine ricompresa in una linea azzurra, che chiaramente richiama la forma di un'orma, quando all'interno proprio della medesima area delimitata dalla linea azzurra ci sono altre almeno tre tracce, anche di un volume abbastanza significativo, perfettamente circolari, intonse. E allora capisce che non è possibile che uno calpesti solo alcune tracce e le altre rimangano granitiche e non modificate. Quindi qualcosa qui non va. Se questa è una indiscrezione giornalistica ne prendo atto, ma se è contenuta in una consulenza, sono davvero preoccupata".

Perché?

"Sono preoccupata da tecnico perché è manifestamente impossibile quello che viene sostenuto, ossia che quella sia un'orma, perché non ci sono altre orme di quel tipo. Peraltro, l'andamento non è quello di norma, è una forma geografica che può aver tranquillamente assunto una traccia ematica in considerazione della movimentazione della salma in quella parte limitrofa, e ancor meno si può mettere in correlazione quell'orma con la traccia 33 che peraltro non contiene le minuzie per fare un'attribuzione, non c'è sangue e questo è già ampiamente acclarato. La procura farà le sue osservazioni, ma il fatto stesso che non abbia inteso inserire la 33 nell'incidente probatorio dove c'era anche la parte dattiloscopica, francamente mi porta a ipotizzare che così forti in questa conclusione non siano. Altrimenti per quale motivo non blindarla adesso? Perché attendere un eventuale dibattimento che potrebbe anche non tenersi mai? Guardi che questa notizia mi ha veramente fatto fare un salto sulla sedia. Se veramente un tecnico ha scritto una roba del genere, comincio a preoccuparmi perché è un problema di metodo serio. Perché se vale tutto, alla fine non vale più niente. Se il problema è la lettura degli elementi e la scienza non conta più niente, il dato oggettivo non conta più niente, nessuno di noi è più al sicuro".

Questo, unito anche ai risultati della perizia Albani, cosa ci dice?

"La perita Albani dice chiaro e tondo che non solo quel dato sul DNA non ha nessuna rilevanza scientifica, non si può neanche escludere che sia un artefatto del macchinario, si chiama "effetto stocastico". Io non sono genetista ma sono 25 anni che maneggio questa materia, quindi lo so perfettamente quale è il limite di un tracciato. E quando non c'è un consolidamento, quando cioè il dato non viene ripetuto identico almeno in due ripetizioni, vuol dire che quel dato non è impiegabile. Di conseguenza, non è comparabile e non lo sarà mai perché dal punto di vista tecnico-scientifico è un dato che non ha nessun valore. Dal punto di vista giudiziario ancor meno".

Secondo lei perché tutto questa sta venendo fuori dopo 18 anni? 

"Questo dato non è assolutamente affidabile, molto semplicemente perché non era un'orma all'epoca e non lo è neanche adesso. L'abbiamo già vista questa sceneggiata. Ricorderete la questione della spazzatura della mattina del delitto, come veniva sostenuto anche dall'avvocato di Stasi, De Rensis. Poi improvvisamente non è più quella della mattina solo perché il risultato ci dice che c'è il DNA di Stasi sull'Estathè? Basta questo per cambiare completamente lettura di quello che è successo".

Secondo lei perché c'è questa volontà di cambiare a tutti i costi questa lettura, come dice?

"Conta la narrazione su quello che c'è o su quello che non c'è e si cerca in tutti i modi di far credere che ci sia, questa è la questione. Non c'è nessun elemento ad oggi, e glielo dico con la massima solidità scientifica, in grado di cambiare la lettura di questa vicenda, perché ciò che condanna Stasi, al netto delle bugie che ha raccontato e che sono agli atti, cristallizzate nel giudicato, quello che lo incastra è che lui, di fatto, non lascia alcuna traccia del suo passaggio nel momento in cui va a scoprire il corpo di Chiara. I giudici lo scrivono a chiare lettere. Quello che lui racconta è il percorso dell'assassino, tracciato per altro da circa 25 orme della famosa orma Pallini Frau. Lui da lì, secondo i giudici e secondo le valutazioni fatte, non è mai rientrato alle 13:50. Racconta quello che sa perché in quella condizione ce l'ha messa lui la fidanzata, non perché sia rientrato e abbia trovato il cadavere. Ad oggi non c'è un uno straccio di elemento in grado di cambiare questa lettura. Il giudicato si basa su questo.

Non solo. Tutta questa inchiesta ad oggi non ha prodotto uno straccio di risultato coerente con un'ipotesi alternativa. Conti anche che Chiara Poggi non si è difesa. Non ha toccato l'assassino, non l'ha graffiato e quindi quel DNA di chi è non si saprà mai, ma è molto probabile che sia stato intercettato dal pavimento. Quindi quale è l'elemento di cui noi stiamo parlando per l'indagine su Andrea Sempio? Mi preoccupa che ci sia questa volontà inquietante di ingannare l'opinione pubblica, di manipolarla. È chiaro che un soggetto che non ha competenze, se non è aiutato a vedere le macroscopiche incongruenze che ci sono in quello che viene raccontato, ci crede. E in questa sorta di beatificazione collettiva di Alberto Stasi c'è anche un sacco di gente molto sgangherata a livello psichiatrico che sta maturando un odio sconfinato verso tutti coloro che hanno la colpa – perché ormai è una colpa sociale questa – di riportare i dati su un sereno confronto scientifico obiettivo".

Come andrà a finire secondo lei?

"Io sono convinta che la Procura di Pavia la richiesta di rinvio a giudizio per Sempio la farà, non credo che ci siano alternative realistiche. Ma davanti a un giudice nel contraddittorio tra le parti ci sarà veramente da ridere. Io qui vedo almeno una decina di eccezioni di nullità fondate. Tralasciando poi un altro dato tecnico: non sono un avvocato, ma il codice lo pratico da 25 anni come consulente tecnico quindi la parte procedurale la conosco piuttosto bene, mi spiegheranno poi un giorno come è possibile indagare in concorso un soggetto quando c'è un giudicato che parla di un omicidio commesso da un singolo soggetto. C'è un istituto in Italia che è deputato a mettere in discussione un giudicato e a stravolgerlo, si chiama revisione. Questo che stiamo vedendo adesso ha mio modo di vedere qualcosa di veramente pericoloso, perché c'è una forzatura nel capo di imputazione. Come fai a ragionare in concorso? Dove sta il concorso? Dove sta il secondo soggetto sulla scena?".

413 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views