Garlasco, Bruzzone a Fanpage.it: “Emerge solo un dato interessante dalla nuova inchiesta: riguarda Stasi”

"Se fosse confermato – come secondo alcuni organi di stampa sarebbe emerso dalla consulenza del Ris di Cagliari – che sulla scena del delitto di Garlasco c'era un solo aggressore, non ne sarei stupita. A questo punto, cadrebbe l'ipotesi del concorso Stasi-Sempio. E dal momento che c'è già un condannato in via definitiva, dovremmo prima passare dallo scagionare Stasi e quindi per la revisione. Ma anche questa strada non credo sia percorribile. E vi spiego perché".
A parlare è la criminologa Roberta Bruzzone, che a Fanpage.it ha commentato le ultime indiscrezioni sulle nuove indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, consumatosi 18 anni fa nel villino di famiglia in via Pascoli a Garlasco, e che vedono Andrea Sempio indagato per concorso con terzi o con Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per il delitto. Secondo quanto riferito da alcuni organi di stampa, la consulenza effettuata dal Ris di Cagliari avrebbe collocato sulla scena del crimine un solo aggressore, a differenza di quanto sostenuto dalla Procura di Pavia, titolare del nuovo fascicolo. Ma mancano conferme, anche perché questi risultati sono secretati. Tuttavia, sulla base di queste ipotesi, secondo l'esperta, non ci sarebbe al momento nulla di nuovo o di sorprendente sulla vicenda.
Dott.ssa Bruzzone, come commenta le ultime indiscrezioni sulla consulenza del Ris di Cagliari sul delitto di Garlasco?
"Parrebbe abbastanza consolidata, secondo quanto ho letto sugli organi di stampa, l'informazione secondo la quale il Ris di Cagliari non collocherebbe un secondo aggressore sulla scena del delitto, al netto di aver potuto riscrivere o meno la dinamica del delitto. Quella dinamica, infatti, è sicuramente possibile riscriverla in alcuni passaggi. L'elemento però dirimente è uno, e cioè il fatto che parrebbe che il Ris collochi un solo soggetto attivo sulla scena. E francamente mi stupirebbe il contrario, conoscendo molto bene quella scena. Questo è il punto cruciale, anche perché nell'ipotesi della Procura avrebbero agito almeno due soggetti".
Cosa cambierebbe?
"Se questo dato fosse confermato – e al momento nessuno lo sa con assoluta certezza – ossia che ci sia un solo aggressore sulla scena, l'ipotesi del concorso che la Procura ha intrapreso non troverebbe alcuna conferma. E questo pone un problema di base abbastanza serio, perché discorso del concorso Sempio-Stasi diventerebbe impercorribile, così come lo sarebbe l'ipotesi secondo cui Sempio avrebbe agito in concorso con terzi. Noi abbiamo già un condannato in via definitiva e se è un singolo soggetto ad aver agito le strade per riaprire l'inchiesta sono altre, non quelle che stiamo vedendo. Dovremmo passare dallo scagionare Stasi, altrimenti non si può indagare un altro soggetto. Bisogna cioè passare dalle revisione. Ci sarebbe, dunque, un problema procedurale e non solo di merito".
Secondo lei, allo stato attuale, quella della revisione del processo per Stasi sarebbe una strada percorribile?
"Non ci sono elementi per la revisione. Stasi ci ha già provato in passato, non ha convinto i giudici all'epoca, non credo li convincerebbe oggi".
Restano in corso le analisi della Polizia scientifica sulle otto impronte digitali parziali trovate sulla spazzatura repertata la mattina del delitto. Crede ci saranno delle sorprese?
"Faranno sicuramente tutte le comparazioni del caso. Tuttavia, il Dna sugli alimenti è quello di Chiara Poggi, che si trova sul fruttolo, e di Stasi sull'Estathé. Francamente quel sacchetto potrebbero averlo maneggiato i familiari della Poggi o Chiara stessa, cioè non mi aspetto grandi novità da lì. Da quando è iniziato questo nuovo filone d'inchiesta l'unico dato interessante è rappresentato proprio dal Dna di Stasi sull'Estathè. Se prendiamo per buona l'ipotesi della Procura secondo cui la vittima avrebbe fatto colazione col suo assassino quella mattina, lì c'è solo il Dna di Stasi".
Cosa ci può dire invece sull'analisi delle unghie da cui ripartirà l'incidente probatorio?
"Per quanto riguarda il materiale sub-ungueale, pure c'è incertezza. Già all'epoca c'era materiale considerato non comparabile perché i dati erano incostanti e la quantità troppo esigua quindi compatibile con la contaminazione. Ho letto che i consulenti della procura ipotizzano una contaminazione anche sulle unghie, dopo quella relativa alla garza usata per il tampone orale. Siccome sono state fatte comparazioni recentemente per stabilire che il famoso Ignoto 3 altro non era che una delle salme presenti nella stessa sala settoria perché gli strumenti non erano sterili, chi ci dice che non erano sterili neanche le forbicine per tagliare le unghie? In più, non si tratta di è un aplotipo Y completo, è un profilo parziale per cui bisognerebbe capire se è diffuso nel pavese, cioè si dovrebbe fare una indagine biostatistica. E se così fosse, non si potrebbe ricondurre neanche lontanamente ad Andrea Sempio".