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Covid 19

Furbetti del vaccino, dava dosi e tamponi agli amici: indagato medico di Cosenza

Un medico dell’Azienda sanitaria di Cosenza in servizio, direttore sanitario dello Spoke Ospedaliero di Cetraro-Paola risulta indagato per aver sottoposto illegittimamente soggetti a lui vicini a tamponi per l’individuazione del Coronavirus nelle strutture che dirige ed aver somministrato vaccini agli amici. È stato anche raggiunto da una interdizione dal lavoro per 12 mesi perché usava a fini personali l’auto di servizio.
A cura di Ida Artiaco
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Ha dato delle dosi di vaccino anti Covid a degli amici. Per questo, un medico dell'Azienda sanitaria di Cosenza in servizio, direttore sanitario dello Spoke Ospedaliero di Cetraro-Paola, è finito nei guai. Il sanitario, infatti, è ora indagato dalla Procura di Paola per avere somministrato indebitamente il siero ai suoi conoscenti e per aver sottoposto illegittimamente soggetti a lui vicini a tamponi per l'individuazione del virus nelle strutture che dirige. L'indagato, che secondo le indagini dei carabinieri del Nas di Cosenza si è anche appropriato di presidi medici ospedalieri che poi dispensava a persone che facevano parte della sua cerchia, è stato anche raggiunto da una interdizione dal lavoro per 12 mesi perché usava a fini personali l'auto di servizio. Tra le accuse a suo carico, falso in atti pubblici e turbata libertà nella scelta del contraente, oltre a peculato, secondo quanto riporta il Corriere della Calabria.

Le indagini partite 10 mesi fa

Le indagini, in realtà, condotte dai Carabinieri di Cosenza sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Paola Pierpaolo Bruni, sono partire una decina di mesi fa a carico del dirigente medico, le quali hanno consentito, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e attività di pedinamento, di accertare condotte di peculato dell'auto aziendale: l'uomo avrebbe cioè utilizzato una vettura in uso al presidio ospedaliero da lui diretto per scopi personali, come gite all'Ikea o passaggi ad amici e parenti in aeroporto. Nel corso delle attività, sono però emersi anche altre illeciti legati all'emergenza Coronavirus: il sanitario sin da giugno 2020 avrebbe infatti effettuato tamponi molecolari a soggetti a lui vicini presso le strutture pubbliche da lui dirette, ed in ultimo anche somministrato vaccini alla cerchia dei suoi amici.

La vicenda dell'ospedale Baggiovara di Modena

Non è questo il primo "furbetto del vaccino" di cui si ha notizia in Italia da quando è cominciata, lo scorso 27 dicembre, la campagna vaccinale per mettere la parola fine alla pandemia di Coronavirus. Uno scandalo era scoppiato a Modena nei giorni scorsi dopo che alcune dosi di vaccino era state somministrate a parenti di operatori sanitari dell'ospedale Baggiovara. Tuttavia, secondo le verifiche effettuate dai Nas di Parma, si tratta in totale di sei somministrazioni fatte a fine giornata, il 5 gennaio, dopo che, a causa di un errore nella procedura era rimasto un esubero di dosi, che quindi sono state iniettate per evitare che venissero sprecate. I carabinieri hanno inviato un'informativa alla Procura modenese che valuterà un'eventuale rilevanza penale. Dopo quanto successo due medici e un volontario della pubblica assistenza sono stati sospesi dalla Asl dall'incarico che avevano al centro vaccinale dell'ospedale.

La replica del medico

Tramite un post su Facebook il medico di Cosenza prova a replica: "Non intendo dare giustificazioni – ha scritto sulla sua pagina social – ma solo salvaguardare la mia dignità professionale che, al momento, mi interessa ancor di più di quella personale. La frase sui tamponi anche ai gatti? Da sempre – ha aggiunto il dirigente – sostengo la necessità di vaccinare tutti per fronteggiare l'emergenza; era evidentemente un modo di dire rapportato all'esigenza della massima prevenzione. I vaccini a persone non autorizzate si riferiscono a due dosi già pronte e poi iniettate per non farle perdere a pazienti presenti. Infine i presidi sequestrati dai Nas a casa mia sono una scatola di cardioaspirina, una di antidiarroico ed un telefono. La verità – conclude il direttore sanitario di Cetraro-Paola – dovrà emergere assieme al grande impegno anti-covid che ho profuso su questo territorio"

Il fenomeno in tutta Italia

Ma altri casi sono stati segnalati altrove dalla Campania alla Puglia, dalla Sicilia alla Basilicata. Tra le vicende che più hanno dato adito a polemiche c'è stata quella di Raimondo Innamorato, sindaco di Noicattaro, in provincia di Bari, tra i primi del suo comune a ricevere il vaccino pur non appartenendo ad alcuna categoria individuata come prioritaria dagli esperti. "Era il giorno dell’Epifania ed erano venute meno delle persone in lista – ha spiegato il primo cittadino in tv – una dose di vaccino era avanzata. Ho chiesto alla Asl di contattare altri soggetti, ma mi hanno ribadito che avevano già provato invano. Mi hanno fatto comprendere che diversamente quella dose sarebbe stata gettata. Si vuol far passare un messaggio distorto. Non ho ricevuto alcun privilegio per il mio ruolo. C'era una dose di vaccino avanzata che sarebbe andata buttata e la Asl ha proposto a me di farla".

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