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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Funivia Mottarone Stresa, i verbali degli addetti all’impianto: “Giri di prova con turisti a bordo”

Sono inquietanti i particolari emersi dai verbali degli interrogatori degli addetti della funivia Mottarone Stresa nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia del 23 maggio costata la vita a 14 persone. Oltre all’uso abituale dei forchettoni gli addetti parlano di corsi di formazione mai effettuati e giri di prova con all’interno i turisti.
A cura di Antonio Palma
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Non solo uso abituale dei forchettoni per impedire ai freni di emergenza di entrare in funzione ma anche giri di prova con all’interno i turisti per non perdere nemmeno una corsa durante le verificare per il corretto funzionamento della funivia Mottarone Stresa . Sono gli inquietanti particolari emersi dai verbali degli interrogatori degli addetti della funivia nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia del 23 maggio costata la vita a 14 persone. Secondo gli addetti alla funivia, vi sarebbero stati numerose irregolarità nella gestione ordinaria della funivia, da corsi di formazione e sulla sicurezza mai effettuati, alle anomalie nell’impianto mai segnalate e appunto alla corsa di prova con passeggeri a bordo.

Mottarone, la mattina della tragedia controllate anche le funi

"Quella mattina per la corsa di prova, non sono salito da solo ma con altre 12 persone, oltre al mio collega" ha raccontato ad esempio agli inquirenti Pietro Tarizzo secondo i verbali riportati dal Corriere della Sera. L’uomo era in servizio il giorno dell'incidente ed era stato incaricato dei controlli quotidiani alle funi. L’operatore ha spiegato che la corsa di prova con i passeggeri sarebbe stata disposta da Gabriele Nerini, il gestore dell'impianto. “Nerini ci ha detto: il gruppo sale con voi" ha raccontato l’operatore spiegando che la mattina del 23 maggio il proprietario della Ferrovie del Mottarone era sull'impianto. "C'erano lui e la signora Patrizia, sono andato a verificare le funi tenditrici. Ho fatto un controllo visivo puntando una pila su tutti i trefoli. Non c' erano anomalie. Dopodiché siamo saliti con le 12 persone sul Mottarone" ha ricostruito Tarizzo.

"Dicevano prima che si rompa una fune o una testa fusa ce ne vuole"

Fra i nove dipendenti ascoltati dai pm di Verbania molti hanno ammesso di essere consapevoli di alcune mancanze nella sicurezza e nella gestione della funivia Stresa Mottarone ma nessuno temeva quello che è accaduto e tutti hanno spiegato che ubbidivano ad ordini superiori, in particolare a quelli di Tadini, il capo servizio indagato e reo confesso. “Era Tadini a ordinare l’applicazione dei ceppi sui freni d’emergenza anche durante il regolare funzionamento dell’impianto diceva che he c’era un problema ai freni” ha spiegato una macchinista. “Io li ho messi e tolti diverse volte… Ricordo di aver chiesto chiarimenti a Tadini, quando mi ordinò di non levarli. Disse: prima che si rompa una traente o una testa fusa ce ne vuole” ha rivelato invece l’agente di stazione Coppi.

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