Francesca Deidda uccisa a martellate dal marito, ricorso contro l’ergastolo: “Non ci fu premeditazione”

Gli avvocati di Igor Sollai, condannato all'ergastolo in primo grado per l'omicidio della moglie, Francesca Deidda, hanno impugnato la sentenza del tribunale di Cagliari. L'uomo ha confessato di aver ucciso a martellate la consorte (come confermato anche dall'autopsia) nella loro casa di San Sperate, in provincia di Cagliari, il 10 maggio 2024.
I legali Carlo Demurtas e Laura Pirarba contestano la premeditazione, così come il riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e della minorata difesa. Chiedono inoltre che siano riconosciute le attenuanti legate al comportamento processuale dell’imputato, che ha garantito la celerità del procedimento in primo grado, riporta l'Unione Sarda.
Il ricorso in Appello è stato depositato nella mattinata di mercoledì 24 dicembre. Secondo quanto sostiene la difesa di Sollai, l'uomo non avrebbe pianificato il femminicidio, ma questo si sarebbe consumato durante una lite avvenuta nell’abitazione della coppia.
Se in Appello dovessero venire meno la premeditazione e le altre aggravanti e venissero riconosciute le attenuanti, Sollai potrebbe ottenere un riduzione della pena.
Deidda, 42 anni, era scomparsa il 10 maggio 2024, destando subito forte preoccupazione nei familiari. Dopo oltre due mesi di ricerche, i resti della donna erano stati ritrovati il 18 luglio in un borsone abbandonato nelle campagne tra Sinnai e San Vito.
Le indagini si concentrarono subito sul marito 43enne, che era stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Inizialmente Sollai aveva continuato a negare con forza il suo coinvolgimento, ma dopo mesi in carcere aveva confessato il delitto. Per l'uomo era stato chiesto il giudizio immediato.
Il 2 luglio 2025 la Corte d’Assise di Cagliari lo ha condannato all’ergastolo con un anno di isolamento diurno, confermando le aggravanti di premeditazione, crudeltà e minorata difesa, oltre all’obbligo di pagare una provvisionale al fratello della vittima.