Frana a Cancia di Cadore, polemica sull’allarme scattato in ritardo: “La colata di fango era già sulle case”

Sono stati cinquanta millimetri di pioggia caduti in mezz'ora a innescare la frana che, nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 giugno, ha interessato la frazione di Cancia, nel comune di Borca di Cadore, nel Bellunese. Una quantità di precipitazioni che non era mai caduta prima nella zona.
La colata di fango e detriti ha bloccato una decina di residenti all'interno delle loro case e reso inagibile la statale 51 di Alemagna, la strada "olimpica" che porta a Cortina d'Ampezzo. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito: nel 2009 una frana simile aveva ucciso due persone, madre e figlio.
Fin dalle prime luci dell'alba i Vigili del fuoco con ruspe ed escavatori, giunti in rinforzo anche dal comando di Verona, si sono messi al lavoro per rimuovere il fango che ha invaso le strade e le abitazioni.
Sul posto anche l'Unità di Comando Locale con esperti in topografia applicata al soccorso, coordinati da un funzionario del comando di Belluno, per supportare il sindaco e le autorità locali nelle attività di Protezione civile.
La stima provvisoria è di una frana di circa 100mila metri cubi: 60-70 mila sono ancora incombenti sul centro abitato, 30-40mila metri cubi sono quelli scesi sul paese, si legge sul Corriere del Veneto.
"La frana per certi versi è peggio del 2009, perché in quell’anno si era fermata più in alto. Il sistema d’allarme non ha funzionato, erano stati spesi a suo tempo 4 milioni di euro e la nostra speranza è che la prossima volta ci avvisino prima", ha detto un residente al quotidiano.
E aggiunge: "Perché di fatto quando è suonato, il fango era già arrivato. La colata è stata di ghiaia e di detriti con qualche masso di medie dimensioni".
In Consiglio regionale l'opposizione ha puntato il dito contro la maggioranza proprio sulle sirene e sul sistema di allarme via sms che non hanno funzionato nei tempi previsti. Il consigliere di Europa Verde Andrea Zanoni ha presentato un'interrogazione sull'accaduto.
Il primo allarme è stato lanciato nella notte dall’assessore Gianpaolo Bottacin, che ha seguito la situazione insieme al presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin e all’assessore provinciale Massimo Bortoluzzi.
In prima linea anche il sindaco di Borca di Cadore, Bortolo Sala, costretto a fronteggiare l’accusa dei residenti per il mancato funzionamento del sistema di allerta.
Il presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato lo stato di emergenza relativo alla frana. "È una vecchia conoscenza – ha detto ai giornalisti, a margine di un evento a Padova – e quando ci sono questi eventi meteorologici importanti si muove di più. Cancia in particolar modo, e Borca in genere, è una realtà monitorata".
"Questa è la natura, se qualcuno pensa che si possa risolvere con la bacchetta magica, noi non ce l'abbiamo. – ha commentato ancora – Bisogna andar lì e capire la mole della frana, che viene metodicamente movimentata con mezzi pesanti".