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Folla alla camera ardente per Vincenzo Agostino: “Papà e nonno guerriero, morto senza verità”

Camera ardente oggi per Vincenzo Agostino, morto ieri all’età di 87 anni dopo una lunga battaglia in cerca di verità e giustizia per il figlio Nino ucciso dalla mafia assieme alla moglie, Ida Castelluccio, l’8 agosto del 1989. “Non ci saremmo mai immaginati di doverlo seppellire con la barba e i capelli lunghi, purtroppo non è riuscito a vedere quella verità” ha dichiarato il nipote.
A cura di Antonio Palma
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Folla oggi alla camera ardente per dare l’ultimo saluto a Vincenzo Agostino il papà coraggio che si è battuto fino all’ultimo per la verità sulla morte del figlio, l'agente della polizia di stato Nino, ucciso da Cosa Nostra assieme alla moglie, Ida Castelluccio, l'8 agosto del 1989. Vincenzo Agostino è morto ieri all'età di 87 anni  dopo essere diventato ormai un volto noto tra caserme e questure nella sua lunga battaglia in cerca di verità e giustizia. Un impegno che le istituzioni hanno voluto sottolineare anche dopo la sua morte ospitando la bara con la salma nella cappella della Caserma Lungaro della polizia di Stato di Palermo.

Accanto alla bara adagiata nella piccola Cappella San Michele Arcangelo, un dipinto che raffigura lo stesso Vincenzo Agostino con la sua ormai iconica barba bianca che aveva promesso non avrebbe più tagliato fino alla verità sui mandanti dell’omicidio del figlio e della nuora e sui depistaggi delle indagini. Una verità che purtroppo non c’è stata come ha voluto sottolineare oggi il nipote 22enne Nino Morana.

“Il nonno era attaccato alla vita perché aveva il chiodo fisso di questa lotta, non ci saremmo mai immaginati di doverlo seppellire con la barba e i capelli lunghi, purtroppo non è riuscito a vedere quella verità veramente per un soffio” ha dichiarato il nipote di Vincenzo Agostino riferendosi al processo in atto che si concluderà in estate

“Manca ancora questo tassello: spero che arrivi presto una sentenza perché non è normale che da 34 anni io non ho la faccia pulita. Avevo promesso che non mi sarei più tagliato capelli e barba finché non avrei avuto giustizia. Non è giusto che sia passato così tanto tempo” aveva dichiarato lo scorso anno a Fanpage.it lo stesso Vincenzo Agostino.

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"Era un nonno guerriero che non ha mai smesso di lottare fino alla fine" è il ricordo commosso del nipote di Vincenzo Agostino, che aggiunge: “Ho accompagnato mio nonno in tutta Italia in questo percorso di verità e di giustizia e a lui ho promesso che avrei continuato a lottare. In questi giorni abbiamo ricevuto messaggi di affetto da tutte le parti del Paese e questo ci fa capire come la mia famiglia non sia sola in questa lotta”.

Anche nella cappella della camera ardente numerosi i rappresentanti delle forze dell'ordine e i semplici cittadini oggi. Tra di loro anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. "Credo sia un uomo che debba essere rispettato per quella che è stata la sua vita e per la testimonianza che ci ha offerto, ma anche e soprattutto ricordato per il dolore atroce che ha sofferto" ha detto il primo cittadino palermitano rendendo omaggio alla salma di Vincenzo Agostino.

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