Firenze, uccise il senegalese Idy Diene: Pirrone era capace di intendere e volere

Roberto Pirrone, l'ex tipografo che il 5 marzo scorso sul Ponte Vespucci di Firenze uccise a colpi di pistola il venditore ambulante senegalese Idy Diene, era "capace di intendere e volere". A stabilirlo la perizia psichiatrica disposta dal giudice per le indagini preliminari Alessandro Moneti con incidente probatorio. La perizia, eseguita dallo psichiatra Giancarlo Boncompagni, sarà discussa il 9 luglio prossimo. La richiesta di incidente probatorio era stata avanzata dai difensori dell'assassino, Sibilla Fiori e Massimo Campolmi. Catturato subito dopo aver commesso il delitto, Pirrone riferì alla polizia di essere uscito di casa armato con l'intenzione di togliersi la vita per problemi economici ma di avere improvvisamente cambiato idea decidendo di sparare a un passante a caso in modo da andare in carcere e non pesare più economicamente sulla famiglia. Secondo la perizia Pirrone presenterebbe un disturbo depressivo e avrebbe una personalità evitante e ‘passivo aggressiva' e al momento dell'omicidio sarebbe stato capace di intendere e di volere.
L'omicidio di Idy Diene ha profondamente scosso Firenze: l'uomo, di origini senegalesi, era molto noto in città, dove lavorava come venditore ambulante da una ventina d'anni. Stando a quanto accertato dagli inquirenti Pirrone gli ha sparato tre colpi di pistola, uccidendolo: l'assassino ha riferito di aver scelto la sua vittima in modo casuale, ma le immagini registrate dalle telecamere della zona hanno dimostrato come l'ex tipografo avesse in precedenza scartato altri obiettivi, probabilmente perché italiani; tesi che avvalorerebbe l'ipotesi che Pirrone abbia agito mosso anche da motivi razziali, comunque sempre smentita dagli avvocati dell'assassino. Dall'autopsia eseguita all'istituto di medicina legale dell'ospedale di Careggi è emerso che Idy Diene è stato raggiunto da tre colpi di pistola: uno al petto, uno alla spalla e uno alla testa.