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Finta estetista senza licenza scoperta in un garage a Imola: “A rischio la salute dei clienti”

Un’estetista abusiva è stata scoperta in un garage a Imola. La responsabile lavorava senza nessuna autorizzazione. Sequestrati materiali non certificati e strumenti da lavoro. Secondo la Guardia di Finanza, l’attività comportava rischi per la salute dei clienti e violava le norme fiscali.
A cura di Andrea Scordino
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Un garage trasformato abusivamente in studio estetico, dove venivano eseguiti trattamenti senza alcuna autorizzazione e al di fuori di ogni controllo fiscale. È questo il quadro emerso a Imola (Bologna), dove gli uomini della Guardia di Finanza hanno scoperto un’estetista abusiva, operativa in uno spazio concesso in locazione dall’ACER (Azienda Casa Emilia Romagna).

L’indagine è partita da una segnalazione della Polizia Locale del Nuovo Circondario Imolese, approfondita dai militari della Compagnia di Imola attraverso l’incrocio di dati e controlli sul territorio. Al termine degli accertamenti, è stata individuata una cittadina italiana che esercitava illegalmente la professione, senza alcun titolo o abilitazione e senza registrazione fiscale.

Durante la perquisizione, autorizzata dalla Procura della Repubblica di Bologna, le Fiamme Gialle hanno sequestrato circa 2.400 strumenti da lavoro, tra cui lime, smalti, spugne, e altri materiali, privi di qualsiasi certificazione di sicurezza. Durante l'attività è stata scoperta anche una documentazione extracontabile, utile per ricostruire i ricavi nascosti al fisco. L’intera attività veniva svolta in assenza di qualsiasi certificazione igienico-sanitaria e senza un sistema regolare per lo smaltimento dei rifiuti potenzialmente pericolosi. Secondo le disposizioni vigenti in materia, per le violazioni commesse dalla donna ritenuta la titolare del centro, saranno comminate delle sanzioni amministrative da un minimo di 2.048 euro fino ad un massimo di 31.763 euro ai quali andranno aggiunte le contestazioni di tipo fiscale.

Secondo la Guarda di Finanza, chi esercita la professione in ambienti non controllati dal punto di vista igienico-sanitario e elude le regole fiscali, mette a rischio non solo la salute dei clienti, ma anche il mercato lavorativo, alimentando una concorrenza sleale che danneggia chi opera nel rispetto delle regole.

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