Fermo, omicidio Emmanuel: l’assassino vuole donare i suoi beni alla vedova

Amedeo Mancini, il 38enne di Fermo che ha ucciso martedì scorso il nigeriano Emmanuel Chtidi Nnamdi dopo aver insultato sua moglie con l'epiteto "scimmia africana", ha reso noto tramite il suo avvocato Francesco De Minicis di voler donare tutti i suoi beni alla vedova della vittima, Chiniery. L'uomo ha comunicato la sua decisione questa mattina al giudice durante l'udienza di convalida del fermo. Mancini è arrivato in tribunale a bordo di un cellulare della polizia penitenziaria (è detenuto nel carcere di Marino del Tronto) ed è stato fatto entrare da un ingresso secondario scortato dagli agenti. Stando a quanto affermato dal suo legale Mancini "riconosce di avere una responsabilità morale, ma non giuridica" nella morte del migrante nigeriano, per questo "mette a disposizione tutto quello che ha, un terzo di casa colonica e un pezzettino di terra lasciatagli dal padre, a disposizione della vedova". Il 38enne è accusato di omicidio preterintenzionale con aggravante razzista.
Il gip Marcello Caporale non ha convalidato il fermo, decidendo tuttavia che Mancini resta in carcere, stabilendo per lui la custodia cautelare dietro le sbarre. L'avvocato di Mancini non aveva chiesto formalmente gli arresti domiciliari per il suo assistito: "Ho rimesso al gip la decisione sulla misura che ritiene più opportuna", aveva detto al termine dell'udienza. "Nei primi tempi ho tentato di arginare una pressione mediatica su cose non vere. Ma ora dopo le cose che ha detto ieri don Vinicio, molto belle e molto giuste credo che sia opportuno da parte di tutti un po' di riserbo", ha aggiunto il legale, in riferimento ad una affermazione fatta ieri da don Vinicio Albanesi durante il funerale di Emmanuel.
La tesi della difesa di Mancini è che l'uomo ha agito per legittima difesa dopo essere stato aggredito da Emmanuel. Per Letizia Astorri, legale di Chiniery "per la tipologia e entità delle lesioni riscontrate sul corpo della vittima, si ritiene che difficilmente si possa parlare di legittima difesa in capo al Mancini, in quanto i colpi inferti su Emmanuel sono stati tali da far presumibilmente intendere che Mancini abbia deliberatamente colpito lo stesso; senza escludere che, ove sia provato che il palo sia stato lanciato contro il povero nigeriano dal Mancini, possa essere integrata l’intenzione di uccidere”.