Femminicidio Alice Neri, Mohamed Galloul condannato a 30 anni di carcere. Lui grida: “Non sono colpevole”

Mohamed Galloul, il 30enne tunisino accusato di aver ucciso nelle campagne di Concordia, nel Modenese, nel novembre 2022 Alice Neri, è stato condannato a 30 anni di carcere. Lo ha stabilito la Corte d'Assise di Modena.
Dopo aver ascoltato la sentenza, uscendo dall'aula, Galloul ha gridato: "Io non sono colpevole". Unico imputato nel processo, il 30enne rispondeva delle accuse di omicidio volontario e distruzione di cadavere.
"Io sono l'unica che esce perdente da tutto", ha detto la madre di Alice Neri, Patrizia Montorsi, all'uscita dall'aula. La sentenza è stata accolta con un applauso dal numeroso pubblico presente e dal lungo abbraccio in cui si sono stretti la madre e il fratello della vittima.
"Non la chiamo giustizia, giustizia sarebbe avere qua mia sorella. Questa è l'applicazione della legge", ha detto l'uomo, Matteo Marzoli. Soddisfatti i loro avvocati, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini.
"È stato un processo complesso, difficile ma siamo riusciti a dimostrare la responsabilità dell'imputato ma anche a proteggere il più possibile l'onorabilità di Alice Neri che in più passaggi da parte di più soggetti in questo processo purtroppo è stata calpestata", hanno detto.
L'avvocato Pellegrini ha aggiunto: "Credo che i carabinieri abbiano fatto un lavoro incredibile, così come la procura della Repubblica. C'è stata una vittimizzazione secondaria che non abbiamo gradito. Alice era una ragazza eccezionale e ha lasciato tracce di sé in tutti quanti".
L’udienza era iniziata nella mattinata di oggi, mercoledì 23 luglio, intorno alle 10. La Corte d'Assise, presieduta dalla dottoressa Ester Russo, si era ritirata in camera di Consiglio poche ore fa per poi emettere il verdetto. La Procura, i pubblici ministeri Claudia Natalini e Giuseppe Amara, avevano chiesto 30 anni di carcere.
A giugno era invece uscito dal processo il marito della vittima, Nicholas Negrini, che per conto del proprio legale Antonio Ingroia aveva chiesto di svolgere nuove indagini. L'avvocato dell'imputato Roberto Ghini aveva chiesto per il proprio assistito l'assoluzione.
Il legale aveva parlato di indagini "talmente carenti da non aver analizzato i rapporti personali tra la signora Alice Neri ed altre persone, quindi non sappiamo se la signora Alice Neri quella mattina avesse un appuntamento con qualcuno perché non sono stati acquisiti i messaggi WhatsApp e Instagram e di un profilo Facebook per un errore evidente della Procura”.
L'avvocato Ghini, dopo la lettura della sentenza, ha detto che il suo assistito "è sereno, ha ribadito il fatto di voler andare avanti. Il prossimo passo sarà l'appello. Se ci sono sentenze che sovente vengono ribaltate sono proprio quelle in corte d'Assise, dove pesa molto l'istinto, non la razionalità".
"Dal punto di vista razionale questa sentenza non può stare in piedi. – ha aggiunto – Sono certo che faremo un atto di appello che possa ribaltare il risultato".
L’avvocato Luca Brezigar, che rappresenta la figlia minorenne della vittima, prima del verdetto aveva parlato della giornata odierna come di una “tappa molto importante".
"Chiunque non vedrà accogliere le proprie tesi impugnerà questa sentenza che continua ad essere una tappa per consegnare una verità processuale, un domani, alla figlioletta della vittima”, aveva detto il legale, citato da Il Resto del Carlino.
La giovane mamma di Ravarino venne uccisa con sette coltellate nella notte tra il 17 e il 18 novembre 2022 nelle campagne di Fossa di Concordia. L'assassino successivamente diede fuoco all'auto con a bordo il corpo della vittima.
Nelle arringhe finali i pm avevano elencato gli elementi a carico di Gaaloul. Il 30enne, secondo l'accusa, sarebbe salito sull’auto della vittima alle 3.40 della notte tra il 17 e il 18 novembre 2022, nel parcheggio dello Smart Cafè di Concordia e si sarebbe poi dato alla fuga all’estero, in Francia, dove era stato catturato l'8 dicembre.
Il suo Dna era stato trovato sul manico di una tanica di olio esausto, rinvenuta sul luogo del delitto, che, hanno sempre sostenuto i pm, l'uomo avrebbe utilizzato per dar fuoco al veicolo e al cadavere della 32enne.