Emanuela, figlia di un carabiniere ucciso: “Indosso con orgoglio la divisa, come lui”

Lei si chiama Emanuela Stefanizzi (nella foto in basso), ha 34 anni ed è la figlia di Fernando, carabiniere della compagnia di San Damiano D’Asti ucciso l'8 febbraio 1988 durante una rapina in un ufficio postale, tentando di proteggere il suo comandante di Stazione. Ebbene, come racconta il Corriere anche Emanuela oggi indossa una divisa: è una delle 3.700 donne dell'Arma: "Fin da bambina quando i colleghi di mio padre, alla Festa dell’Arma, mi chiedevano cosa volessi fare da grande rispondevo: il carabiniere. Loro replicavano che non si poteva. Non c’erano donne. Al massimo avrei potuto fare la poliziotta. Ma io rispondevo: “Prima o poi ci saranno”. Al primo concorso aperto alle donne ho partecipato. Sono entrata in servizio. Sono in forza ad Albenga. E credo che mio padre sia orgoglioso di me. Io lo sono moltissimo di lui", racconta al termine del 203esimo anniversario della Fondazione dell’Arma.


Emanuela non ha rinunciato al suo sogno neanche dopo la perdita del padre: "Durante un giro di pattuglia, lui e il suo comandante, vennero avvertiti di una rapina alle Poste. Il comandante entrò e venne sequestrato. Da dentro gli gridava: ‘Fernando non entrare'. Lui non lo ascoltò. Venne colpito all’aorta. I rapinatori scapparono con il comandante come ostaggio. Ma poi vennero catturati".
Oggi Emanuela ha un ricordo nitido di quel periodo: la bara coperta dalla bandiera italiana, un'immagine durissima che comunque non ha scalfito il suo desiderio di seguire le orme del padre. "Quando è arrivato il telegramma che mi comunicava la data di partenza per il corso, mia madre me lo ha nascosto per una quindicina di giorni. E me lo ha dato dicendo che doveva farlo perché tanto lo avrei scoperto da sola".