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“Eiaculare su abiti donna senza toccare non è violenza sessuale”, la decisione del giudice

La decisione del Gip di Torino che ha respinto la richiesta di arresto per un uomo ripreso di spalle dalle telecamere di un autobus mentre si masturbava davanti a una passeggera.
A cura di Antonio Palma
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Masturbarsi in pubblico, eiaculando infine sugli abiti di una donna non consenziente ma senza arrivare a toccarla non può essere configurato come violenza sessuale. È quanto ha stabilito oggi il giudice per le indagini preliminari di Torino, Alessandra Cecchelli, respingendo la richiesta di arresto per un uomo sorpreso a praticare autoerotismo su un autobus di linea del capoluogo piemontese di fronte a una ignara passeggera che poi è stata sporcata dallo sperma dell'imputato.

L'uomo, ripreso dalle telecamere di sorveglianza del mezzo pubblico, era stato identificato dalle forze dell'ordine e segnalato alla magistratura  dopo la denuncia formale della vittima. Dopo gli accertamenti, il pm di Torino Andrea Padalino aveva richiesto per lui la custodia cautelare in carcere in attesa del processo, ma il gip ha respinto l'istanza sostenendo che non è possibile dimostrare che la donna sia stata toccata durante l'episodio, dunque il gesto sarebbe qualificabile solo come mero atto osceno e non come violenza.

In effetti nel filmato si vede l'uomo, un 27enne di origine  marocchina, solo di spalle mentre si masturba vicino ad una giovane passeggera che è seduta vicino all'uscita e guarda fuori dal finestrino. La ragazza si accorge di avere gli abiti sporchi solo quando l'uomo è già sceso. "La vittima riferisce di aver sentito del calore sulla coscia sinistra" dopo che lui è sceso dal tram, "nel racconto della donna  non sono presenti elementi per confermare che lo sfregamento masturbatorio ipotizzato sia stato effettuato in appoggio alla gamba della donna" si legge nell'ordinanza del Gip, che prosegue: "Se l'avesse toccata per masturbarsi certamente avrebbe avvertito sensazioni ben diverse dal mero calore. Appare difficile perciò quantificare il gesto come violenza sessuale e non piuttosto come atto osceno".

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