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“Due nigeriani mi hanno stuprato”, ma non era vero: la 15enne di Bolzano si era inventata tutto

La ragazza ha spontaneamente dichiarato sia ai magistrati inquirenti sia alla psicologa consulente della Procura che si era inventata tutto per avere più attenzione dal fidanzato. La sua denuncia aveva destato molto allarme sociale ed erano stati fermati anche due possibili sospetti, poi rilasciati.
A cura di Antonio Palma
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Non ha subito nessuna aggressione né alcuno uno stupro la 15enne che nel maggio scorso aveva denunciato di essere stata vittima di una violenza sessuale lungo una pista ciclabile a Bolzano. A smentire quella storia è stata la stessa adolescente che ha ammesso: "Ho inventato tutto per avere più attenzione". Lo fa sapere la locale Procura della Repubblica che indagava sul caso e che in questi giorni ha concluso le indagini preliminari. Come spiegano i pm  in una nota, nel corso degli accertamenti, messa di fronte ai fatti, la ragazza ha spontaneamente dichiarato sia ai magistrati inquirenti sia alla psicologa consulente della Procura che si era trattato di una "dichiarazione non veritiera fatta per attirare l'attenzione del proprio ragazzo senza però valutare la dimensione che la vicenda avrebbe potuto assumere".

Dalle indagini in pratica è emerso che si trattava solo di un ripicca della ragazzina nei confronti del fidanzato senza considererà i risvolti sociali e anche giudiziari che questa denuncia avrebbe avuto. La ragazza aveva raccontato di essere sta aggredita lungo una ciclabile, all'altezza di un ponte nei pressi della confluenza del Talvera con l'Isarco. In un primo momento le sue parole avevano destato molto allarme sociale tanto che sul luogo indicato si era svolto anche un sit-in contro la violenza sulle donne.

Gli inquirenti dal loro canto si erano messi subito sulle tracce dei due ragazzi africani indicati dalla quindicenne come autori della violenza. Erano stati fermati e identificati anche due possibili sospetti ma che ben presto sono stati rimessi in libertà per l'assoluta assenza di prove a loro carico. Col passare delle settimane, però, gli investigatori hanno capito che c'erano molte incongruenze e nel racconto della ragazzina qualcosa non andava anche se lei continuava a sostenere la violenza.

Di fronte a tutti gli ulteriori accertamenti investigativi che smentivano la sua ricostruzione, infine, l'adolescente ha ammesso di essersi inventata tutto. "Le dichiarazioni della ragazza minorenne sono riscontrate dagli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari, in particolare dall'esito degli accertamenti tecnici della polizia scientifica" hanno precisato dalla Procura, spiegando che non ci saranno per ora altre comunicazioni in merito alla vicenda "stante la delicatezza del caso e per tutelare la giovane".

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