Divise cinesi a Carabinieri e Finanza, dodici indagati per frode

I falsi "made in China" colpiscono anche chi contro i falsi marchi combatte tutti i giorni, vale a dire carabinieri e Guardia di Finanza. Secondo quanto accertato dalla Procura di Roma, infatti, decine di migliaia di uniformi destinate ai nostri militari erano state in realtà confezionate in Cina con false etichette made in Ue. Secondo il bando pubblico di acquisto le uniforme dovevano essere prodotte in Europa secondo le leggi della Comunità europea e in effetti formalmente avevano il marchio Ce in bella vista, peccato che sotto quell'etichetta si nascondevano invece capi realizzati in Cina senza nessun controllo. Per questo ora la Procura capitolina ha chiesto il rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla frode nelle pubbliche forniture per dodici persone coinvolte nel caso, tutti imprenditori italiani.
Le indagini della Procura
La truffa secondo gli inquirenti era molto semplice. Dopo aver fatto fabbricare in Cina gli abiti e averli spediti in Europa, nel vecchio continente si provvedeva a ritoccate le etichette tagliando l'etichetta Made in China e applicando quella del Made in Ue. Come racconta il Corriere della Sera, la scoperta della truffa è avvenuta quasi per caso durante un collaudo a campione nel 2009. Un'etichetta con la scritta "prodotta in Ue" infatti si strappò e apparve sotto quella del made in China che non era stata tolta. A quel punto scattarono i sequestri e le indagini che ora hanno ricostruito tuta la filiera delle uniformi. Le divise di carabinieri e Guardia di finanza ma anche quelle di Esercito e Forestale erano prodotte in realtà in uno stabilimento di Shangai e poi spedite in Italia attraverso il porto di Rotterdam. Nella fabbrica sarebbero stato prodotte 130mila uniformi da combattimento per i soldati e 150mila divise di carabinieri e Finanza oltre a 126mila berretti, giubbotti e camice.