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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Delitto di Garlasco, l’avvocato di Lovati attacca Sempio: “Lo scontrino non è vero, è carta straccia”

Massimo Lovati, ex avvocato di Andrea Sempio, ora mette in dubbio l’alibi del suo ex assistito: “Lo scontrino è falso”, è “carta straccia” senza riscontri esterni. “Se lui continua a usare quello scontrino, va contro un muro”.
A cura di Davide Falcioni
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Andrea Sempio rischia di vedere il suo ex avvocato trasformarsi nel principale punto debole della sua linea difensiva. Dopo anni trascorsi al suo fianco, Massimo Lovati – il legale che per mesi aveva difeso proprio Sempio – oggi potrebbe rivelarsi un boomerang. "Ho il segreto professionale che mi impedisce di dire quello che so", ha dichiarato Lovati. Ma le sue ultime mosse, attraverso il legale Fabrizio Gallo che lo rappresenta nelle contestazioni disciplinari e nelle indagini nate dalle sue affermazioni contro il professor Angelo Giarda (storico difensore di Stasi, scomparso nel 2021), stanno mettendo in discussione la credibilità dell’indagato.

Proprio Gallo, intervenuto due giorni fa a Storie Italiane, ha contestato il principale alibi di Sempio, quello dello scontrino che avrebbe dovuto confermarne la lontananza dal luogo dell’omicidio di Chiara Poggi: "Il problema non è nato perché Sempio è divergente dalla strategia di Lovati, che ha invece sempre sposato. Il problema si è creato dallo scontrino, che Lovati non voleva venisse presentato. Se io sono innocente non ho bisogno di presentare un alibi, che tra l'altro non è neanche vero. La strategia di Lovati si toglieva dallo scontrino, perché lo scontrino può essere uno degli elementi che può inchiodare Andrea Sempio". E ancora, continua Gallo: "Se lui continua a usare quello scontrino, va contro un muro: lo scontrino non è vero. Per Lovati lo scontrino è solo un indizio: se non si trova il riscontro esterno, come ad esempio una telecamera per fornire la prova della sua presenza, è carta straccia".

Dietro le parole di Gallo traspare anche l’irritazione di Lovati verso il suo ex cliente: "Quando togli un difensore da un procedimento cambia il suo atteggiamento verso il processo. Avete visto, rispetto a quando Lovati diceva che era tutta una fandonia e si sarebbe arrivati all’archiviazione, oggi già parla di rinvio a giudizio: ha cambiato idea e, stranamente, cambia quando si sente, a mio avviso, colpito dal fatto che Sempio lo liquida dopo nove anni in cui è stato vicino".

Sul fronte opposto, l’attuale avvocata di Sempio, Angela Taccia, conferma che la separazione professionale non è stata indolore. "È stata una decisione veramente sofferta. Però è il cliente che deve decidere e io non ho proferito parola su questo. Certo, sappiamo Andrea e io che l'avvocato Lovati è un genio nel suo campo. Però, ultimamente, ahimè, forse aveva altre priorità. La sua priorità non è sembrata più Andrea. Quindi, riunioni rinviate per magari partecipare a trasmissioni televisive o il fatto che non partecipasse a riunioni per la strategia difensiva. Questo ha minato la fiducia del cliente inevitabilmente. A Lovati sarò sempre grata per essere stato il mio dominus, avermi insegnato proprio lui per primo che decide il cliente".

Il nodo, ora, resta proprio quello dello scontrino: il documento che avrebbe dovuto consolidare l’alibi di Sempio rischia di diventare il simbolo di una strategia difensiva fragile e contraddittoria.

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