Dalla Nato avvertimento a Mosca: schiererà 300mila soldati della forza di risposta rapida

I soldati della forza di risposta rapida della Nato passeranno da 40mila a 300mila: ad annunciarlo ieri è stato il segretario generale Jens Stoltenberg in vista del summit dell'Alleanza a Madrid. Si tratta della "più grande revisione della nostra deterrenza e difesa collettiva dai tempi della Guerra Fredda", ha detto il numero uno della Nato.
La forza di risposta rapida è costituita da unità di terra, marittime e aeree, e ne fa parte anche un'unità di forze speciali costituita dopo l'invasione della Crimea da parte della Russia nel 2014. Tra le sue mansioni ci sono operazioni di guerra convenzionale, risposta alle crisi e difesa collettiva in base all'articolo 5 del Trattato Nato, ossia in caso di aggressione esterna a uno dei membri dell'Alleanza.
L'aumento dei soldati della forza di risposta rapida arriva non a caso nel pieno dell'offensiva russa in Ucraina: "Miglioreremo i nostri gruppi tattici nella parte orientale dell'Alleanza", ha spiegato il segretario generale della Nato, assecondando in questo modo le richieste dei Paesi baltici e della Polonia. In base a questi piani, gli alleati dislocheranno più armi a Est e designeranno le forze che saranno responsabili della difesa dell'area.

La nuova disposizione militare includerà "più equipaggiamento preposizionato e scorte di rifornimenti militari", nonché "capacità più avanzate, come la difesa aerea" e "comando e controllo rafforzati", ha affermato Stoltenberg. I nuovi piani di difesa vedranno il coinvolgimento di "forze preassegnate a difendere specifici alleati" che "si eserciteranno insieme alle forze di difesa interne" e "acquisteranno familiarità con il terreno, le strutture e le nostre nuove scorte preposizionate locali, in modo che possano rispondere senza intoppi e rapidamente a qualsiasi emergenza”, spiega il capo della Nato.
Per quanto riguarda le spese militari, Stoltenberg ha sottolineato come "il 2022 sarà l'ottavo anno consecutivo di aumenti per i bilanci della difesa tra gli alleati europei e il Canada. Entro la fine dell'anno, avranno investito oltre 350 miliardi di dollari in più da quando abbiamo concordato il nostro impegno di investimento nella difesa nel 2014. Nove alleati hanno raggiunto o superato l'obiettivo del 2%. Diciannove alleati hanno piani chiari per raggiungerlo entro il 2024. E altri cinque si sono impegnati concretamente a raggiungerlo in seguito. Il 2% è sempre più considerato come un punto di partenza, non un tetto. Concorderemo anche di investire di più insieme nella Nato, per il bene della nostra sicurezza".